Spagna, caso Barcenas. C’è attesa per la difesa di Rajoy in Parlamento

MADRID – “Non viene in Parlamento, ce l’abbiamo portato”. Parole di commento che risuonano come una sfida quelle di Alfredo Perez Rubalcaba, il leader del Psoe alla notizia che il premier spagnolo Mariano Rajoy ha ceduto alla pressioni provenienti dalle forze dell’opposizione e dal popolo, che in questi giorni ha raccolto 200 mila firme al fine di far luce sulla melma delle accuse di corruzione piovuta sui maggiori leader del Partido Popular.Rajoy riferirà al Parlamento alle ore 9 del prossimo primo agosto.

“E’ un buon momento per fare un bilancio di molte cose” le parole del premier conservatore, mai come oggi nell’occhio del ciclone a causa del “Caso Barcenas”, quello che può essere considerato il più grande scandalo di corruzione nella Spagna post-franchista.

Da qui a quella data, in Spagna non si parlerà d’altro. Un po’ sulla scia di quanto avvenuto da mesi a questa parte,da quando cioè “El Pais”, uno dei quotidiani spagnoli più accreditati pubblicò parte di quella che fu chiamata la “Contabilidad B” del Partito Popolare. Vent’anni in cui esponenti del mondo dell’imprenditoria iberica avrebbero versato ingenti quantità di “bustarelle” nelle casse parallele a quelle ufficiali del partito per ottenerne favori. Con buona pace delle speculazioni finanziarie dovute all’esplosione della bolla immobiliare che hanno di fatto vuotato le tasche e privato delle abitazioni milioni di spagnoli negli ultimi anni di crisi.

I media spagnoli vivono con trepidazione e ironia quella che, a torto o a ragione, può essere considerata una vittoria del Partito socialista operaio spagnolo. Tra i contributi più taglienti quelli del “Mundo”, il quotidiano conservatore che ha pubblicato nelle scorse settimane gli sms di incoraggiamento dal Premier a Luis Barcenas. Contatti epistolari tramite smartphone da cui si evinceva inoltre il fatto che Rajoy fosse a conoscenza dei finanziamenti illegali ricevuti in mano dall’ex tesoriere e redistribuiti nelle mani dei maggiori esponenti del PP. E così altro non potrebbe essere visto che, se le indiscrezioni piovute dalla stampa saranno confermate, l’attuale capo del governo iberico è colui che in vent’anni è risultato il secondo maggior destinatario delle “bustarelle” (350 mila euro in undici anni). Almeno questo è quanto l’ex “tesorero” Barcenas ha confidato e provato con documenti caldissimi al giudice spagnolo Pablo Ruz. Alcuni dei quali finiti in pasto agli organi di stampa.

Rajoy menzionerà questa volta Barcenas?” è stato uno dei commenti più sarcastici pubblicati da “El Mundo”. Il riferimento è il regime di silenzio adottato da Rajoy sul suo ex collega di partito, soprattutto dopo che lo scorso 27 giugno Bracenas è stato incarcerato per pericolo di fuga. Da quel momento il Premier ha risposto solo a due domande concordate durante un conferenza stampa. E quando si è visto costretto a parlarne lo ha fatto in modo generico e senza far mai menzione del nome di Luis Barcenas.

Io credo che (il presidente del Governo) parlerà di sicuro sul caso Barcenas e dopo anche i gruppi parlamentari lo faranno” sono state le parole del presidente del Congreso de los Diputados Jesus Posada in merito alla vicenda.

Probabile che ad influire sulla vicenda sia stata la raccolta firme di 200 mila in cui il pueblo spagnolo ha chiesto tramite la piattaforma Avaaz “o verità o dimissioni” al Governo. Ma anche la spada di Damocle della mozione di sfiducia che il Psoe tiene sempre viva in attesa che Rajoy riferisca sul caso Bacenas, sul caso Gurtel e su possibili stratagemmi che abbiano dopato la vita democratica del Paese.

Il rischio, fanno sapere il blocco PSOE, IU-ICV-CHA ,è che il Premier prenda questa chiamata come una “Question Time” in cui riferire di temi economici e che gli scandali che stanno offuscando agli occhi degli investitori esteri l’immagine dell’Esecutivo passi in secondo piano. 

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