Terrorismo. Chiusura Ambasciate Usa, spunta l’ombra di Al Qaeda

WASHINGTON  – Ci sarebbe un non meglio specificato complotto di al-Qaeda dietro alla decisione dell’amministrazione Usa di disporre per dopodomani «la chiusura», o quanto meno «la sospensione delle operazioni», in «certe» ambasciate degli Stati Uniti all’estero, e anche in un numero imprecisato di consolati: lo ha riferito il notiziario televisivo ‘Cbs News’, citando un rapporto dei servizi segreti nel quale non si menzionerebbero ubicazioni specifiche delle rappresentanze interessate dal provvedimento.

Ieri Marie Harf, portavoce del Dipartimento di Stato, si era limitata a riferire che «considerazioni di sicurezza ci hanno indotto a prendere questa misura precauzionale» in coincidenza con la data del 4 agosto.

Fonti riservate dello stesso dicastero hanno poi precisato che si tratta degli uffici diplomatico-consolari normalmente aperti la domenica: dunque, di quelli esistenti nel Vicino e Medio Oriente, ma anche in altri Paesi musulmani; e inoltre, per ragioni evidenti e non solo di contiguità geografica, in Israele. Harf non ha indicato quali e quante legazioni saranno coinvolte nè per quale tipo di potenziali minacce: le fonti anonime, raggiunte dal network ‘Cnn’, hanno aggiunto tuttavia che queste ultime sono considerate «credibili e serie», che riguardano «obiettivi americani d’oltremare», e che potrebbero non essere limitate alle sedi diplomatiche statunitensi principali, il che spiegherebbe l’estensione della prevenzione anche ai consolati. Stando a un’altra emittente, la ‘Abc’, tra le ambasciate a rischio vi sono sicuramente quelle, oltre che nello Stato ebraico, in Egitto, negli Emirati Arabi Uniti e in Iraq. E inoltre in Algeria, Libia, Giordania, Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Qatar, Oman, Yemen, Afghanistan e Bangladesh. Non è escluso comunque che se ne aggiungano altre ancora, e che rimangano chiuse non per un giorno soltanto, ma per più tempo.
La portavoce ministeriale del resto ha avvertito che, trascorsa la giornata domenicale, le autorità di Washington sottoporranno le proprie opzioni a nuove e approfondite valutazioni: il tutto «in base a un surplus di prudenza e di attenzione nei confronti dei nostri dipendenti, e delle altre persone che possano trovarsi in visita nelle strutture» prese eventualmente di mira dal terrorismo.

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