Egitto. Mubarak è libero

IL CAIRO –  Un tribunale  egiziano ha disposto la scarcerazione dell’ex presidente  dell’Egitto Hosni Mubarak. L’ex rais, quindi, potrebbe  tornare presto libero. Il sito on line del quotidiano ‘Ahram’ afferma che Mubarak resterà in custodia per 48 ore in attesa  dell’eventuale ricorso della procura.

La Procura egiziana ha fatto sapere che non impugnerà la pronuncia con cui la Corte Penale del Cairo ha accolto l’istanza di scarcerazione. In realtà non è la prima volta in cui è ordinato il rilascio dell’ex presidente dell’Egitto: nelle precedenti occasioni, peraltro, a suo carico erano state subito formalizzate nuove accuse, in modo che i termini di custodia preventiva ripartissero da capo.

La riunione dei ministri UE

Condannare le violenze senza compromettere il futuro: i ministri degli Esteri dell’Unione europea tenteranno oggi, in una riunione straordinaria a Bruxelles, di inviare un messaggio forte, ma anche costruttivo ai protagonisti della crisi egiziana.

L’Egitto sarà l’unico tema in agenda del vertice, in programma dalle 13.00 alle 16.00, organizzato in fretta per rispondere alle violenze dei giorni scorsi, costate la vita a centinaia di persone. I ministri dell’Ue saranno chiamati a esprimersi su una «serie di opzioni» che verranno presentate dal capo della diplomazia dell’Ue, Catherine Ashton, che ieri ha riferito alla stampa di aver espresso al Cairo la sua disponibilità a mediare per facilitare una soluzione politica della crisi.

Tra le opzioni in discussione figurano il congelamento degli  aiuti finanziari al Cairo e la sospensione degli accordi militari, così come di ogni cooperazione militare e di sicurezza, fino alla fine della crisi. Alcuni Paesi, come Italia e Germania, hanno già bloccato le forniture di armi; da parte sua, la Danimarca ha già sospeso l’erogazione dei finanziamenti ai progetti di sviluppi o alle istituzioni pubbliche, mentre il  ministro degli Esteri olandese Frans Timmermans ha sollecitato l’Unione a rispettare il principio «più aiuti per più democrazia». Alti diplomatici europei hanno però ammonito contro l’ipotesi di tagliare gli aiuti, indirizzati soprattutto a organizzazioni impegnate a ridurre povertà e a migliorare lo stato di diritto.
«Risponderemo all’attuale situazione – ha detto nei giorni scorsi l’inviato Ue per l’Egitto, Bernardino Leon – ma allo stesso tempo rimarremo un attore costruttivo che cerca di promuovere una soluzione politica. Non c’è una soluzione facile».

Due giorni fa, Leon ha quindi escluso che «in questo momento si possa discutere di sanzioni». Gli europei puntano a mantenere un ruolo di mediazione tra l’esercito e la fratellanza musulmana, ma la loro influenza, come quella degli americani, è sempre più minacciata dai paesi ricchi della regione, specialmente l’Arabia Saudita, che sostengono il nuovo governo. Proprio Riad ha fatto sapere, lunedì scorso, che i Paesi arabi sono pronti a compensare ogni calo degli aiuti occidentali all’Egitto. E oggi il ministro degli Esteri saudita, il Principe Saud al Faysal, ha invitato la comunità internazionale «a sostenere gli sforzi del governo egiziano per ripristinare sicurezza, stabilità e prosperità e ad astenersi da qualsiasi misura o politica che ostacolerebbe a questi sforzi». L’Ue è tradizionalmente uno dei principali donatori e il maggiore partner commerciale dell’Egitto. Nel novembre 2012, Bruxelles ha annunciato un programma di assistenza di circa 5 miliardi di euro per il periodo 2012-2014, destinato soprattutto a migliorare la vita quotidiana degli egiziani. L’assistenza militare è pari a solo 140 milioni di euro l’anno.

 Arrestati due dirigenti del fratelli Musulmani

Le forze di sicurezza egiziane hanno arrestato altri due dirigenti dei Fratelli Musulmani, uno dei quali era sul punto di imbarcarsi su un volo per l’Italia. Il predicatore Safwat Hegazy è stato bloccato nei pressi del confine con la Libia, nell’ovest del Paese, ha riferito una fonte militare. A suo carico era stato emesso un mandato d’arresto dopo la destituzione del presidente Mohamed Morsi. Mourad Ali, un portavoce del Partito Liberta e Giustizia, braccio politico del movimento religioso islamista, è stato invece intercettato all’aeroporto del Cairo mentre stava per volare in Italia nonostante il divieto di volare. La fonte ha aggiunto che il portavoce aveva tagliato la barba e indossava abiti civili.

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