Siria. Obama formalizza richiesta congresso. La delusione degli anti-Assad

WASHINGTON – Come anticipato da Barack Obama, la Casa Bianca ha richiesto formalmente al Congresso degli Stati Uniti l’autorizzazione per condurre attacchi militari in Siria. Il Senato voterà sulla risoluzione entro il 15 settembre, ha fatto sapere intanto il capo della maggioranza democratica nella Camera alta, Harry Reid.

Nella bozza di risoluzione, si spiega che il sostegno di Capitol Hill all’operazione «invierebbe un chiaro segnale della determinazione americana». «L’obiettivo dell’uso della forza da parte degli Stati Uniti con questa autorizzazione dovrebbe essere quello di scoraggiare, bloccare impedire e limitare il potenziale per un futuro impiego di armi chimiche o di altre armi di sterminio», si legge nel testo della risoluzione. Reid ha spiegato che anche se il Congresso riprenderà i lavori solo il 9 settembre, già dalla settimana prossima il Senato avvierà audizioni e briefing top secret con i vertici dell’Amministrazione. In questo modo potrà votare sulla risoluzione entro la fine della prima settimana di ripresa dei lavori, il 15 settembre. Il leader democratico ha detto di ritenere «un uso limitato» della forza contro il regime di Bashar al-Assad «giustificato e necessario» alla luce delle «atrocità» commesse con l’attacco con armi chimiche del 21 agosto.

Nel frattempo la Coalizione nazionale siriana, principale forza politica del fronte anti-Assad, ha espresso «delusione» per la frenata di Barack Obama sull’intervento militare. «Abbiamo provato un senso di delusione», ha dichiarato un alto dirigente, Samir Nashar, commentando l’annuncio del presidente americano che richiederà il via libera del Congresso prima di attaccare. «Ci aspettavamo che le
cose fossero più veloci, che un attacco fosse imminente, ma riteniamo che il Congresso approverà l’attacco».

Israele pronto all’attacco
Al contrario degli Usa, Israele ha fatto sapere di essere  pronto ad «ogni possibile scenario» in Siria: lo ha assicurato il premier Benjamin Netanyahu, poche ore dopo la frenata di Barack Obama all’intervento militare. «Israele», ha dichiarato Netanyahu aprendo la riunione settimanale del governo, «è calmo e sicuro di sè, i cittadini israeliani sanno che siamo pronti per qualsiasi scenario possibile». «I nostri nemici hanno ottimi motivi per non mettere alla prova la nostra forza, per non mettere alla prova la nostra potenza», ha avvertito Netnayhau, «loro sanno il perchè». Il governo israeliano ha sempre detto di essere estraneo al conflitto in Siria, che in due anni e mezzo ha fatto più di 100.00 morti, ma di essere pronto a reagire in caso di attacchi.

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