Usa. Vittima delle coetanee sui social network si suicida a 12 anni

WASHINGTON  – Ennesimo caso negli Usa di adolescente spinta al suicidio da un flusso ininterrotto e coordinato di torture psicologiche e soprusi ad opera di sue coetanee che per mesi l’hanno tormentata sui social media.

Una dodicenne della Florida, Rebecca, dopo aver sopportato per mesi irrisioni e insulti in rete, si è tolta la vita gettandosi nel vuoto da una piattaforma di cemento abbandonata vicino casa.
È quanto ha riferito l’ufficio dello sceriffo della contea di Polk, che ha individuato almeno 5 ragazzine sospettate di essere le cyber-aguzzine di Rebecca, spinta al «passo estremo» con sms di insulti e foto ritoccate per mesi. E tutto è iniziato solo per un fidanzatino conteso.

Tra i tanti, terribili, messaggi che hanno portato alla disperazione Rebecca…«Sei orribile», «Perchè sei ancora viva?», «Vatti ad ammazzare». Lo sceriffo Grady Judd ha raccontato di come la ragazza fosse, «assolutamente terrorizzata dai social media». La madre, consapevole dello stato d’animo di Rebecca, le aveva fatto cambiare scuola, le aveva fatto chiudere il profilo Facebook e le aveva tolto il cellulare. Le cose sembravano andare meglio ma segretamente Rebecca, dopo aver riottenuto il telefonino, si era iscritta ad un altro sistema di scambio di messaggi, ‘Kik Messenger’, e il tormento è ripreso. Il New York Times racconta che come account premonitore aveva scelto  «La ragazza morta».

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