Cina, corruzione. Per Bo Xilai confermato l’ergastolo

PECHINO – Nessuno sconto di pena per l’ex astro nascente del partito comunista cinese Bo Xilai. L’alta corte di Shandong ha confermato in appello la condanna emessa lo scorso settembre nei confronti dell’ex segretario della città di Chongqing all’ergastolo per i reati di corruzione, a sette anni per abuso di potere e 15 anni per appropriazione indebita.

“I fatti che hanno portato alla prima sentenza sono chiari, le prove sono affidabili e sufficienti e la sentenza è stata appropriata” ha recitato la sentenza del tribunale di secondo grado, ricordando che la decisione è definitiva. Una decisione che secondo molti era già stata presa, visto che la riunione dei giudici è durata circa un’ora e il responso nei confronti del figlio d’arte era stata comunicata in modo tempestivo. Le speranze di ribaltamento per Bo ora sono al lumicino. Rimane infatti il terzo grado di giudizio, che si celebra presso la Suprema Corte del Popolo di Pechino. Ma i precedenti parlano chiaro: rarissimi i casi in cui la corte abbia annullato la sentenza e disposto un nuovo processo per l’imputato. Soprattutto perchè i bene informati ritengono che il Partito Comunista non interferirà ulteriormente a favore del “principino rosso”, dopo averne decretata l’espulsione proprio per le vicende giudiziarie. In molti però sostengono che la pena di morte, prevista per i reati di corruzione, sia stata evitata perchè Bo possa mettere in imbarazzo Xi Jinping, attuale premier cinese, tra i principali promotori della sua espulsione di Bo. Un paladino per la lotta alla corruzione e alla malavita e esponente dell’ala più radicale del partito dal Politburo la cui ascesa era invisa a molti.

Ad inguaiare Bo Xilai fu Wang Lijun, ex capo della polizia di Chongqing e suo ex braccio destro. Era il 2012 quando l’uomo conservò un dossier che incastrava la famiglia Xilai in vari malaffari. Particolarmente choccante furono le prove che incastravano la moglie Gu Kai Lai nell’omicidio dell’uomo d’affari inglese Neil Heywood, trovato avvelenato in un albergo nella città Chongqing. La donna dietro al sospetto che ci siano moventi di conflitti economici per l’uccisione dell’uomo d’affari, verrà dapprima condannata alla pena di morte e poi all’ergastolo. Bo verrà accusato di aver interferire per mitigare la pena per la moglie. Dopo esser venuto a conoscenza della relazione extraconiugale tra Gu Kai e Wang Lijun, il sessantaquattrenne definirà la moglie “una pazza drogata”.

Il caso di Bo Xilai è particolarmente seguito dalla comunità internazionale non solo per il ruolo coperto all’interno del partito comunista cinese, ma anche perchè Bo era figlio di uno di uno degli “otto grandi funzionari” che hanno condotto dagli anni Sessanta a oggi la scalata della Cina verso l’egemonia economica attuale. Non manca nemmeno il giallo in questa vicenda: il cadavere di Neil Heywood,è stato infatti cremato prima che avessero luogo gli accertamenti sulla se a causare las sua morte fosse l’avvelenamento da cianuro come sosteneva l’accusa. Dubbi intensificati alla notizia che uno dei medici forensi che si era occupata del caso si dimise poco prima del processo perché contraria alla gestione delle procedure. Va detto questi dettagli sono poco rilevanti per quanto possano incidere sulla sentenza di Bo Xilai, ma che lasciano quell’alone di mistero su una vicenda poco chiara.

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