Afghanistan: continua l’uccisione di civili.

KABUL – Continuano in Afghanistan le stragi di civili a causa del ‘fuoco amico’.

Mercoledì scorso l’ennesima contestazione da parte delle autorità afghane. L’episodio denunciato riguarda la presunta uccisione di nove bambini, di età compresa tra i 10 ed i 15 anni, avvenuta il primo marzo scorso nel corso di un raid aereo delle forze internazionali a Darah-Ye Pech, nella provincia nord-orientale di Kunar. L’uccisione quotidiana di civili in Afghanistan, nel corso di operazioni delle forze internazionali del Security Assistance Force, Isaf, la missione di supporto al governo afghano e che opera sulla base di una risoluzione dell’ONU è da sempre duramente criticata dal presidente afghano, Hamid Karzai. Il numero uno di Kabul ha ancora una volta messo in guardia i vertici militari NATO dai grossi problemi che questo potrebbe causare. Da sempre i civili sono le principali vittime in un conflitto. In Afghanistan lo sono ancor di più. Generalmente i civili afgani muoiono a causa di attacchi ribelli e per lo scoppio di ordigni, gli IED. Spesso però, anche nell’ambito di operazioni militari condotte dalle forze della coalizione internazionale Isaf-NATO. Si tratta dei cosiddetti ‘danni collaterali’ come li definiscono i militari e che sono tipici di ogni guerra che però, nel conflitto afghano acquistano una veste ben diversa.

 

Il numero di bambini morti a causa del conflitto afghano è in aumento del 55 per cento negli ultimi anni. Da uno studio approfondito condotto da esperti militari e civili si evince che la tattica dei Talebani è quella di condurre operazioni contro le forze governative e internazionali tendendo ad attirarle in zone dove il rischio di vittime civili è alto, in modo tale da provocare un maggior numero di vittime innocenti. Ogni episodio che poi, vede l’uccisione di civili è da un lato, subito motivo di scontro tra governo e coalizione e dall’altro lato, crea un clima di intimidazione e una situazione di caos, sfruttata per scopi politici e propagandistici dai Talebani. Per Isaf e governo di Kabul tutto questo si trasforma in motivo di perdita di immagine e di credibilità agli occhi della popolazione civile. Per questo motivo ancora una volta in Afghanistan è salita la tensione tra Kabul e le forze della coalizione internazionale per la morte civili afghani. Dall’Isaf, un portavoce ha fatto sapere che una commissione congiunta afghana e della coalizione internazionale indagherà sull’episodio nel modo più veloce e accurato possibile. Sull’accaduto lo scorso mercoledì è intervenuto anche il comandante in capo delle forze militari internazionale in Afghanistan, il  generale David Petraeus che si è detto profondamente dispiaciuto ed ha chiesto scusa al governo afghano e ai familiari delle vittime. Petraeus ha poi, avvertito i soldati che hanno partecipato all’attacco di martedì nella provincia orientale di Kunar, durante il quale sono stati uccisi i nove civili, che potrebbero incorrere in sanzioni disciplinari. Ieri anche il presidente americano, Barack Obama, nel corso di un colloquio telefonico con l’omologo afghano Karzai, ha espresso profondo rammarico in merito all’uccisione dei 9 bambini. Non è la prima volta che si crea attrito tra Isaf e governo afghano a causa dell’uccisione di civili.

 

Le forze internazionali straniere in Afghanistan, per due terzi statunitensi, sono regolarmente accusate dalle autorità afghane di uccidere civili durante le loro operazioni contro i ribelli talebani. La NATO negli ultimi mesi ha ammesso vari errori, ma non ha mai accettato pienamente le responsabilità. Appena due settimane un altro episodio in cui le autorità governative provinciali e nazionali afghane hanno sostenuto che in un’altra operazione militare della Coalizione internazionale nella stessa provincia di Kunar sono stati uccisi 64 civili, fra cui 20 donne e 29 bambini. Anche in questo caso l’Isaf ha aperto una inchiesta, i cui risultati però, non sono ancora noti. Pur consapevole che la morte di civili finisce solo per alimentare il risentimento della popolazione nei confronti dei militari straniere visti come degli invasori. Le autorità afghane auspicano una revisione della strategia nella guerra contro i Talebani e condannano le stragi di civili da parte del ‘fuoco amico’. Dal 2001, anno in cui è iniziato il conflitto afghano, sono state almeno 10mila le vittime civili. Molti sono rimasti coinvolti in azioni dei militari straniere e delle forze regolari afghane mentre altri, il 76 per cento, sono rimasti uccisi dagli insorti e dagli ordigni rudimentali, IED, che i miliziani disseminano per le strade. La coalizione però, conta anche le sue di perdite in oltre nove anni di guerra, che sono 2353 uomini.

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