Thailandia, dimissioni del partito d’opposizione

ROMA – Sono state annunciate in queste ore le dimissioni dal Parlamento dei 153 deputati del Partito democratico thailandese, il Phak Prachathipat,  principale tra quelli all’opposizione. Il portavoce del partito, Chavanond Intarakomalasut, ha fatto sapere che le dimissioni formali verranno presentate al più presto.

I parlamentari in seguito alle proteste anti governative,  hanno deciso di dimettersi in blocco per dimostrare l’illegittimità del Governo Shinawatra , adempiendo in pieno al compito di un’opposizione. Il Parlamento comunque potrà continuare a svolgere le proprie funzioni con i deputati della maggioranza, guidata dal partito Puea Thai. Nelle stesse ore la premier Yingluck Shinawatra ha proposto al popolo un referendum di fiducia sul governo, ha annunciato che sarà disposta a dimettersi se la maggioranza del popolo voterà contro il suo esecutivo. Il primo ministro ha dichiarato infatti: «Dovremmo fare un referendum, in modo da far decidere al popolo cosa fare». Per lunedì invece è previsto il “round finale” di questa lunga manifestazione che dura da più di un mese, cioè una marcia verso il palazzo del Governo, già assediato  la settimana scorsa. Marcia organizzata dal leader della protesta anti governativa, Suthep Thaugsuban che ha invitato i suoi sostenitori a radunarsi appunto lunedì mattina con l’obiettivo di far decadere il Governo e porre fine all’influenza politica di Thaksin Shinawatra. La polizia ha riconosciuto il diritto costituzionale della popolazione  a partecipare alle proteste, ma qualsiasi violazione della legge sarà punita. Nei confronti di Suthep invece è in corso un mandato d ‘arresto per insurrezione, ma il leader anti governativo ha fatto sapere che se con la marcia di lunedì il Governo non dovesse cadere si consegnerà alla polizia.

Suthep ha spiegato che l’obiettivo è quello di creare un “Consiglio del Popolo” non elettivo che andrebbe a sostituire l’amministrazione di Shinawatra. La leader ha replicato: “Noi non opponiamo alcuna resistenza alle dimissioni o allo scioglimento del Parlamento” ma poi ha sottolineato che questo è possibile solo se tutti fossero d’accordo e venissero indette nuove elezioni. Suthep però è convinto che le dimissioni non risolverebbero i problemi, perché se si dovesse andare alle lezioni l’opposizione verrebbe sconfitta.

Le proteste contro il Governo Thailandese  sono iniziate il 31 ottobre,  gli anti governativi, composti da monarchici e nazionalisti, sono scesi in piazza chiedendo le dimissioni della premier Shinawatra perchè accusata di governare sotto l’influenza di suo fratello Thaksin, ex leader, ora  in autoesilio dopo essere stato condannato per corruzione e abuso di potere. Secondo gli anti governativi ,infatti, Thaksin la guiderebbe  dall’ estero.  A sostegno del Governo sono invece le classi medio basse del nord est rurale. Il bilancio della protesta è stato di 5 morti e di circa 300 feriti, ma non è stata solo una protesta violenta, infatti manifestanti e militari si sono abbracciati e scambiati delle rose e ad un gruppo di manifestanti è stato concesso di entrare nel complesso governativo.

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