Russia. Liberate le Pussy Riot Maria Alekhina e Nadezhda Tolokonnikova

MOSCA – E’ stata rilasciata questa mattina Maria Alekhina, una delle Pussy Riot, grazie all’amnistia votata dalla Duma la scorsa settimana. La notizia è stata annunciata all’agenzia stampa Ria Novosti dal suo avvocato.

Dopo poco si è inoltre appreso che anche l’altra attivista Nadezhda Tolokonnikova, era stata scarcerata.  La notizia è stata diffusa dal marito della donna Pyotr Verzilov su Twitter. La donna è stata rilasciata dalla prigione ospedale della città siberiana di Krasnoyarsk. Maria Alekhina, 25 anni  e Nadejda Tolokonnikova,  24 anni, erano state condannate a due anni di carcere per “teppismo motivato da odio religioso”, dopo aver cantato una preghiera punk anti-Putin nella cattedrale di Cristo il Salvatore a Mosca. Si erano introdotte nella chiesa con qualche sotterfugio, si erano fatte il segno della croce e avevano cercato di mettere in scena la canzone, che menzionava anche il Patriarca russo Kirill, indicandolo come qualcuno che crede più in Putin che in Dio e che pratica il mestiere più vecchio del mondo. In meno di un minuto le Pussy Riot erano già state scortate fuori dalle guardie. 

Con il loro gesto si erano attirate le ire del  Patriarcato e quelle del Cremlino, dove Putin si preparava a tornare per un terzo mandato presidenziale. La Chiesa ha preteso fin dall’inizio le loro scuse ma le Pussy Riot si sono sempre dette innocenti, spiegando che l’esibizione aveva un significato soltanto politico e non mirava a offendere i credenti, come invece sostenuto dalla pubblica accusa.

Le Pussy Riot erano di fatto in tre, ma una di loro, Yekaterina Samutsevitch dopo l’arresto venne scarcerata su cauzione. Ufficialmente perché non prese parte alla protesta. Di fatto aveva cambiato avvocati e strategia difensiva. Mentre la  scadenza naturale della pena per le altre due era prevista per il prossimo marzo, ma l’amnistia approvata la settimana scorsa dalla Duma ha dato loro, inaspettatamente, la possibilità di uscire con qualche mese di anticipo. Il 18 dicembre la Duma di Stato ha infatti approvato all’unanimità il testo dell’amnistia, dedicata al 20esimo anniversario della Costituzione della Federazione Russa.

“L’amnistia voluta di recente da Vladimir Putin è soltanto ‘una trovata pubblicitaria’ per il Cremlino”. E’ stato questo il tagliente commento di Maria Aliokhina, appena uscita dal carcere.

“Non so quali siano adesso i suoi progetti”, ha dichiarato questa mattina l’avvocato di Maria Alekhina, precisando che la donna sarebbe stata accompagnata in un’auto del penitenziario direttamente verso la stazione in assenza dell’avvocato “sicuramente per evitare l’attenzione mediatica”. La Alekhina, intervistata all’uscita dal carcere ha dichiarato di voler innanzi tutto incontrare la sua compagna Nadia e di voler  lavorare nel campo dei diritti umani. In particolare, ha aggiunto, vorrebbe occuparsi dei problemi “delle carceri, dei campi di lavoro, degli istituti psichiatrici”. Ha poi promesso di continuare a monitorare la situazione nel penitenziario numero 2 di Nizhny Novgorod – dove ha scontato l’ultima parte della sua pena – per garantire il rispetto dei diritti delle sue compagne detenute.

Anche la seconda Pussy Riot scarcerata ha promesso che si occuperà di diritti umani e della situazione nelle carceri in Russia. “Il confine tra libertà e non libertà è molto sottile in Russia, in un Paese autoritario”, ha dichiarato ai giornalisti a Krasnojarsk, dove scontava la pena a due anni di detenzione. “La libertà è il peso della responsabilità che ho, nei confronti di coloro e che sono rimasti dentro, qui e in Mordovia”, ha aggiunto riferendosi all’altro carcere dove era ha trascorso parte della sua detenzione. “Farò di tutto per aiutare i prigionieri – ha promesso – Ora ho un legame di sangue col sistema penitenziario e cercherò di fare in modo che diventi migliore”.

Intanto la Chiesa Ortodossa russa si è detta pronta al dialogo con il gruppo punk femminista.  “Siamo pronti al dialogo con la signora Aliokhina e con la signora Tolokonnikova”, ha dichiarato Vsevolod Chaplin, capo del Dipartimento per le Relazioni con la Società del Patriarcato di Mosca.  A detta del religioso la posizione di Tolokonnikova, con cui ha avuto uno scambio epistolare in questi mesi, “non è cambiata in modo radicale”, a differenza invece della compagna Aliokhina, che ha avuto “una certa evoluzione”, ha fatto notare lo stesso Chaplin parlando con l’agenzia di stampa ‘Ria-Novostì. “Mi sembra ci sia in lei la comprensione del dolore causato ai fedeli dalle sue azioni. Questo è un buon segno”, ha commentato il religioso.

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