Femen spagnole protestano contro nuova legge sull’aborto

MADRID – «Natale è cancellato» e «Aborto libero», queste alcune delle scritte sul petto delle donne, che hanno anche sparso del liquido rosso sul pavimento davanti alla chiesa di San Manuel y San Benito, all’uscita dei fedeli dalla messa. Si tratta  di un gruppo di attiviste Femen che hanno inscenato la protesta a seno nudo,  per denunciare il progetto di legge approvato nei giorni scorsi dal governo spagnolo, che limita fortemente la libertà di abortire per le donne.

La nuova legge sull’aborto in Spagna è stata varata venerdì scorso dal governo conservatore di Mariano Rajoy.

Una riforma molto restrittiva relativa alla normativa sull’interruzione di gravidanza. Finora in Spagna era infatti consentita senza restrizioni entro le prime 14 settimane, ma anche fino a 22 in caso di malformazione del feto. Il disegno di legge fissa invece «due condizioni per autorizzare l’aborto: la prima, che questo sia reso necessario a causa di un grave pericolo per la vita o la salute fisica o psicologica della donna, e la seconda che la gravidanza sia la conseguenza di un crimine contro la libertà o l’integrità sessuale della donna», ha precisato Ruiz-Gallardon al termine del consiglio dei ministri.

Il sistema che entrerà in vigore dopo l’approvazione del Parlamento sarà quindi molto più restrittivo di quello attuale e riporterà indietro la Spagna al 1985, nonostante l’opposizione dei gruppi femministi e di tutta la sinistra.L’unica differenza rispetto alla legge nel 1985 è che l’aborto non è un crimine passibile di prigione.

Il Parlamento, dove il Partito popolare dispone della maggioranza assoluta, potrà così annullare la legge voluta dal governo socialista nel 2010.

Secondo un sondaggio dell’istituto Metroscopia sul quotidiano El Pais, il 46% degli spagnoli è favorevole alla legge del 2010, il 41% vuole limitare le interruzione di gravidanza.

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