Haiti. L’epidemia del colera dilaga

PORT-AU-PRINCE – Ad Haiti nelle ultime 24 ore si sono registrati altri 25 decessi a causa dell’epidemia di colera che ha investito il Paese caraibico.

In tutto le vittime accertate finora sono 284 mentre le persone infette e ricoverate sono 3.612. Ieri il governo aveva manifestato ottimismo per un rallentamento dell’epidemia, che aveva fatto solo sei vittime in un giorno. L’ONU però, teme che l’epidemia di colera possa diffondersi in tutto il Paese, infettando decine di migliaia di persone. Dopo che il colera si è sviluppato e manifestato velocemente nella regione haitiana del Plateau, centro, e di Artibonite, nord, da domenica ha raggiunto anche la capitale Port-au-Prince. Il sintomi dell’infezione è apparso sull’isola per la prima volta, dopo oltre un secolo, la scorsa settimana nel nord del Paese a causa della cattiva qualità dell’acqua potabile. Il fiume Artibonite, nell’omonima regione, è ritenuto il focolare dell’epidemia. I medici e le organizzazioni umanitarie, privi dei supporti sanitari adeguati, non riescono a far fronte all’emergenza. Violenti attacchi di diarrea portano facilmente i malati a perdere in quattro ore anche il 10 per cento del loro peso e, se non vi è un intervento medico adeguato si giunge alla morte per disidratazione anche in meno di 24 ore. Per questo motivo le ultime affermazioni del governo sono ritenute da molti solo un debole tentativo di minimizzare la gravità della situazione.

 

Nel Paese per il prossimo 28 novembre sono state fissate le elezioni presidenziali e legislative. Nel frattempo oggi è giunta anche la notizia che la confinante Repubblica Dominicana ha chiuso gran parte della sua frontiera con Haiti. Una decisione che giunge dopo che nei giorni scorsi erano stati intensificati i controlli al confine. Il governo di Santo Domingo ha anche decretato che eventuali haitiani ammalati di colera verranno rispediti a curarsi in patria. Sono oltre un milione gli haitiani che vivono e lavorano nel Paese caraibico, che con Haiti condivide l’isola di ‘Hispaniola’ nel Mar dei Caraibi. Se il virus del colera dovesse raggiungere anche gli sfollati dei campi profughi, ubicati nei dintorni della capitale Port-au-Prince, sarebbe davvero la fine. Ed è proprio nel timore che ciò possa accadere che le organizzazioni umanitarie si stanno impegnando nell’ardua impresa di cercare di contenere il contagio. A Port-au-Prince vivono in condizione disagiate e carenti igienicamente oltre un milione di persone. Sono i sopravvissuti al devastante terremoto di magnitudo 7 del 12 gennaio scorso che provocò 250mila morti. Un sisma che secondo le ultime rivelazioni si potrebbe ripetere. A rivelarlo uno studio dell’Istituto Geologico Usa, Usgs, pubblicato sulla rivista ‘Nature Geoscience’.

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