Egitto. Attentati kamikaze al Cairo. 5 morti, 91 feriti

IL CAIRO – Una serie di attentati hanno scosso stamane la capitale egiziana. Un bilancio drammatico tuttora provvisorio. Si parla di almeno 5 morti e 91 feriti nelle tre esplosioni avvenute oggi a Il Cairo, proprio nell’anniversario della caduta del regime di Hosni Mubarak.

Il gruppo jihadista Ansar Beyt el Makdes – secondo quanto scrive al Arabiya – ha rivendicato via twitter la partenità degli attacchi. Le deflagrazioni, causate da un’autobomba e ordigni esplosivi, hanno colpito i quartier generali della polizia ad Abdeen, Ddokki, e Ttalebiya. quest’ultima si è verificata sulla strada principale che porta alle piramidi di Giza.  In queste ore i soccorritori stanno estraendo le vittime dalle macerie. L’esplosione ha danneggiato anche il museo islamico e altri palazzi circostanti. Proprio nei giorni scorsi fonti concordanti avevano messo in guardia sulla possibilità di un attentato suicida nella capitale. Ieri l’ambasciata degli Stati Uniti al Cairo, in un wording pubblicato sul sito del dipartimento di stato, aveva esortato tutti i suoi connazionali ad esercitare la massima prudenza in città.

L’attacco più grave è stato il primo, che ha preso di mira il quartier generale delle forze di sicurezza nel quartiere centrale di Bab el-Khalk, dove un kamikaze alla guida di un’auto-bomba si è lanciato contro la recinzione protettiva che circonda il complesso: quattro persone sono rimaste uccise e non meno di ottanta ferite. L’esplosione, che ha scavato un profondo cratere nel terreno e alla quale avrebbe fatto seguito una sparatoria, ha lesionato la facciata dell’edificio e anche quella dell’adiacente Museo di Arte Islamica. Il ministro per le Antichità, Mohamed Ibrahim, ha riferito che anche alcuni reperti custoditi all’interno hanno subito danni.

Poco dopo tre ordigni sono stati lanciati da ignoti contro un veicolo con a bordo una patuglia di poliziotti che stava transitando nel sobborgo di Dokki a Giza, città-satellite alla periferia ovest della capitale, nei pressi della stazione della metropolitana di el-Behous. Anche se il ministero della Sanità aveva smentito dapprima l’uccisione di una quinta persona, quest’ultima è stata poi invece confermata dal numero due della polizia locale, Mahmoud Farouk, citato dalla televisione statale e dal quotidiano governativo ‘al-Ahram’. Undici coloro che hanno riportato lesioni, in maggioranza passeggeri di un mini-bus che stava passando al momento della deflagrazione.

Il terzo attacco si è infine verificato sempre a Giza, davanti al commissariato di Talbiya, non lontano dalle Piramidi: la bomba, di fabbricazione artigianale, non ha peraltro causato ulteriori vittime. Su Twitter nel frattempo sono apparse congetture relative a un presunto sesto morto a Damietta, porto mediterraneo nel Delta del Nilo, che non hanno però trovato alcun riscontro oggettivo. «Sono tentativi vili e disperati da parte di forze terroristiche malvage per vanificare il successo che l’Egitto e il suo popolo hanno conseguito nell’attuare la transizione, e nell’approvare la nuova Costituzione», ha commentato il premier Hazem el-Beblawi, alludendo all’esito del recente referendum popolare.

 

L’allarme dell’Italia

L’ambasciata d’Italia al Cairo, intanto, ha inviato due sms di avviso ai connazionali presenti in Egitto per segnalare la «tensione crescente» nelle «principali città» del paese e il «pericolo di scontri e attentati». È quanto si apprende da fonti diplomatiche, secondo le quali è stato consigliato anche di «evitare tassativamente metropolitana e luoghi di assembramenti». 

Nel primo sms, riferiscono le fonti, è stato scritto: «Tensione crescente oggi e domani in principali città. Pericolo scontri e attentati. Si consiglia massima prudenza».  Nel secondo messaggio, invece, si fa riferimento alle tre esplosioni di questa mattina al Cairo. «Attentati al Cairo. Evitare tassativamente metro e luoghi di assembramenti. Limitare gli spostamenti». 

In entrambi gli sms è infine indicato il numero di telefono con il quale contattare eventualmente la nostra sede diplomatica nella capitale egiziana.

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