Bulgaria, scontri tra ultradestra e polizia: “No alle moschee”

A Plovdiv molti feriti e 120 arresti. Dimostranti nazionalisti si oppongono all’iniziativa del Gran Muftì che chiede la restituzione di decine di luoghi di culto sequestrati prima dagli zar, poi dalla monarchia e poi dal regime comunista

ROMA – Accesa dall’ultradestra, esplode la tensione violenta tra cristiani e musulmani nel paese più povero dell’Unione europea, la Bulgaria. Ieri sera a Plovdiv ore di guerriglia urbana hanno opposto centinaia e centinaia di giovani dimostranti nazionalisti e forze di pronto intervento della polizia, che cercavano di impedire ai manifestanti di assaltare e devastare la moschea principale. 

Diversi feriti, tra cui molti agenti, e almeno centoventi arresti, sono per ora il bilancio degli scontri, e l’estrema destra nazionalista promette di non mollare, anzi di continuare in tutto il paese nella sua mobilitazione contro le moschee.

“E’ una grave violazione della libertà, un fatto che mette la democrazia in pericolo in un paese dell’Unione europea”, ha protestato il Gran Muftì musulmano di Bulgaria (cioè la massima autorità religiosa islamica del paese), Mustafa Ali Hadji, chiedendo a governo e forze dell’ordine decise misure per garantire la sicurezza della vasta comunità musulmana bulgara, una minoranza che conta oltre il 9 per cento della popolazione.

“No alle moschee”, “fuori i musulmani”, “Bulgaria bianca e cristiana”, gridavano ieri sera gli squadristi che hanno preso d’assalto la moschea di Plovdiv. L’obiettivo dei razzisti islamofobi dell’ultradestra bulgara è contrastare l’iniziativa legale del gran muftì, che ha avviato cause presso la magistratura nazionale chiedendo la restituzione della moschea di Karlovo, una delle più antiche del paese, sequestrata dallo Stato oltre cento anni fa, e di 28 altre moschee, che in decenni e decenni del passato furono espropriate dallo Stato.

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