Pistorius, chiesta la perizia psichiatrica. Processo in stallo

Il giudice ha accolto ha richiesta dell’accusa  dell’atleta paraolimpionico imputato per l’omicidio della fidanzata

ROMA – Dopo il testa a testa tra accusa e difesa degli ultimi giorni, la nuova svolta nel processo ad Oscar Pistorius arriva con la decisione del giudice di accogliere la richiesta dell’accusa di una perizia psichiatrica dell’imputato, dopo che un testimone della difesa ha dichiarato che Pistorius soffriva già da tempo di disturbi legati all’ansia e che questi ultimi potrebbero essere stati determinanti nel delitto.  

Una battuta d’arresto per il processo che quindi, sembra doversi dilungare fino alla prossima udienza fissata al 20 Maggio, tempo necessario per procedere con tutti gli accertamenti psichiatrici sul campione paraolimpionico accusato di aver ucciso il 14 Febbraio di un anno fa la sua fidanzata Reeva Steenkamp scambiandola per un ladro,  sebbene l’accusa abbia  riportato testimonianze ed esami che fanno diversamente pensare ad un omicidio compiuto a seguito di una furiosa lite tra i due.

La perizia -ha dichiarato il giudice Thokozile Masipa- non ha l’obbiettivo di punire Pistorius, ma di assicurare un processo giusto in virtù del fatto che la dichiarazione della psichiatra della difesaMeryll Vorster,  non può essere considerata  una perizia approfondita e che bisogna stabilire se questi disturbi, al momento del delitto potrebbero avergli  provocato uno stato di incapacità di intendere e volere.

L’atleta infatti ha sempre dichiarato costantemente di aver sentito dei rumori provenire dal bagno del suo appartamento e di aver sparato alla porta chiusa in preda al panico, senza accorgersi dell’assenza della sua fidanzata in camera da letto. Versione messa in dubbio dalle  perizie e testimonianze dell’accusa che al contrario parlano di un Oscar dalla forte indole irascibile e dichiarano di aver sentito quella notte delle urla femminili provenire  dall’appartamento.

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