Ucraina. A Donetsk 100 morti. Ultimatum di Kiev ai separatisti, ‘resa o morte’

ROMA – Nella battaglia scoppiata ieri a Donetsk si sono contanti circa 100 morti. Tra le vittime, “almeno la metà sono civili”, ha comunicato il leader Denis Pushilin. “Non riusciamo ancora a recuperare i cadaveri, siamo sotto il tiro dei cecchini”.

Vladimir Putin  fa una telefonata al premier Matteo Renzi, il leader ha sottolineato la «necessità di porre fine immediatamente all’ operazione militare punitiva nelle regioni sud-orientali e di stabilire il dialogo pacifico tra Kiev e i rappresentanti delle regioni». 


Lavrov comunica la Russia vuole il dialogo

Il neo Presidente Petro Poroshenko ha detto: “l‘operazione anti – terrorismo nell’est dell’Ucraina “deve durare e durerà ore, non mesi”.  Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov ha riaffermato che Mosca rispetta la volontà degli elettori nelle presidenziali ucraine, ma ha rinnovato l’appello per porre fine alla violenza di fronte all’intensificarsi degli scontri a est. Poi ha aggiunto “Ci preoccupa molto non solo che le elezioni si siano svolte sullo sfondo delle azioni militari, ma anche che subito dopo il voto è stato dato l’ordine di intensificare la cosiddetta operazione anti terroristica”. Sottolinea che “La questione di una visita in Russia di Poroshenko non è prevista, non è discussa, né attraverso canali diplomatici né tramite altri canali.

Nel frattempo quattro osservatori dell’Osce  sono stati arrestati dai filo-russi nei pressi di Donetsk, come ha riferito il ministero degli Esteri estone all’agenzia russa Interfax.  La missione Osce aveva infatti perso da ieri sera i contatti con la sua unità. Lo ha reso noto l’organizzazione di Vienna in un comunicato. «Non siamo – si legge nella nota – ancora riusciti a ristabilire i contatti». Nell’unità destinata a una missione speciale di monitoraggio, ci sono membri internazionali di cui però non è stata data la nazionalità. Sono oltre 1000 gli osservatori Osce in Ucraina arrivati per monitorare le elezioni di domenica scorsa vinte dal miliardario Petro Poroshenko. 

Il governo ucraino, dal canto suo,  ha lanciato un ultimatum ai separatisti filo-russi.  “Resa o morte”, ha detto il portavoce del comando che coordina le operazioni antiterrorismo nell’area, Vladislav Seleznyov. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti. Secondo la Fox News statunitense, “l’ultimatum sarebbe prossimo alla scadenza”. “Il comando garantisce la sicurezza a coloro che sono disposti a deporre le armi”, ha assicurato Seleznyov, aggiungendo che chi non si arrenderà sarà colpito “con armi ad alta precisione”.

Insomma la situazione è al limite. Oggi, sono state recuperate a Kharkov le salme di Andrea Rocchelli e Andrej Mironov, i due reporter uccisi sabato nell’est dell’Ucraina.  «Le salme  – ha spiegato il ministro degli Esteri, Federica Mogherini – sono state recuperate e saranno trasferite a Kiev, da lì quella di Rocchelli sarà trasferita in Italia nelle prossime ore». Mogherini ha rinnovato il dolore per la morte del giovane fotoreporter che «aveva fatto della testimonianza una ragione di vita» . 

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