Allarme Ebola. Fermare la diffusione in Africa. IL VIDEO

 

CONAKRY (GUINEA) – Il virus di Ebola non arresta la sua corsa. La diffusione dell’epidemia nell’Africa dell’Ovest, in Liberia, Sierra Leone e Guinea, potrebbe estendersi in altri paesi. Una minaccia che fa paura anche in Europa. Tanto che a Londra si è svolta una riunione interministeriale.

“Stiamo cercando di prepararci all’eventualità che qualcuno che abbia contratto il virus in Africa, si ammali qui – ha precisato il ministro degli esteri britannico, Philip Hammond – Ma non c‘è il pericolo di diffusione della malattia nel Regno Unito. Abbiamo infatti diversi standard di controllo delle infezioni, procedure che rendono la propagazione improbabile.” Secondo l’organizzazione Medici senza Frontiere (MSF), che opera in Africa dell’Ovest sono almeno 670 i morti provocati dal virus dall’inizio dell’anno. Ma la diffusione della malattia sarebbe “fuori controllo”. “La situazione è preoccupante – spiega Anja Wolz, coordinatrice di MSF – perché non riusciamo a risalire a tutte le persone che possono essere state in contatto con i malati. Questa è l’ inquietudine maggiore, perché per stroncare alla base l’epidemia dovremmo identificare e curare i pazienti affetti dal virus il più presto possibile”. Per limitare i rischi di contagio sono state introdotte una serie di misure. La Liberia ha deciso la chiusura di tutte le scuole, sospesi tutti i mercati nelle zone di frontiera con la Sierra Leone, la Guinea e la Costa d’Avorio.

Lo scienziato che ha contribuito a scoprire l’ebola è convinto che sia improbabile che l’epidemia del virus scoppiata in Africa occidentale si propaghi in maniera esponenziale al di fuori della regione. Per il professor Peter Piot, invece, proprio il senso di panico «davvero negativo» e la mancanza di fiducia nelle autorità governative dei Paesi colpiti ha contribuito a generare quella che, finora, è la più grave epidemia mai registrata del virus.  Lo scienziato belga, oggi trapiantato in Gran Bretagna, esorta tuttavia i Paesi a sperimentare i vaccini sulle persone contagiate, in maniera che quando inevitabilmente il virus si ripresenterà, il mondo sarà preparato. 

 

 

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