La Grecia propone accordo e muove i primi passi

ATENE – Dopo mesi di trattative e il referendum la proposta di Atene è arrivata sul tavolo dell’Eurogruppo. Un piano di riforme che vale 12 miliardi di euro consegnato nella tarda serata di ieri e che dovrebbe fornire il salvataggio al paese ellenico. 

Stando alle indiscrezioni il documento prevede delle concessioni che inizialmente erano state negate, come l’eliminazione dello sconto alle isole, l’aliquota aumentata al 23% e al 13% per il settore turistico. Entro il 2016 tagli alòla difesa per 300 milioni di euro e aumenti della tassa sui beni di lusso, dal 10 al 13%, sulle imprese dal 26 al 29 e tassa sugli immobili dopo la revisione catastale. Ma non è tutto. prevista anche un programma di privatizzazioni che proprio il premier Alexis Tsipras aveva inizialmente bocciato. Poi ancora risparmi su pensioni, taglio di quelle baby. 

La Grecia ha chiesto un prestito triennale pari 53,5 miliardi di euro  all’Esm, l’European Stability Mechanism. Prestito che dovrebbe coprire le esigenze finanziarie della Grecia fino al 2018, garantendo soprattutto il rimborso di prestiti per 46 miliardi dovuti per la maggior parte a Fmi e Bce, in scadenza il 30 giugno 2018. 

Tsipras chiede la fiducia

Nel frattempo Alexis Tsipras chiede al Parlamento un mandato per trattare coi creditori non per uscire dall’euro. “Dobbiamo confrontarci con decisioni cruciali”, dice rivolgendosi ai parlamentari. “Abbiamo un mandato per strappare un accordo migliore rispetto a quello dell’ultimatum dell’Eurogruppo, ma non abbiamo certo un mandato per portare la Grecia fuori dall’Eurozona”. “In tutto questo dobbiamo stare uniti” aggiunge. 

Accordo sul gas con la russia, altro schiaffo alla UE

La Grecia, nonostante le problematiche interne, sta muovendo i primi passi per raggiungere accordi al di fuori dell’Unione Europea. E questo la dice lunga, visto che il governo di Atene ha stretto un legame con la Russia di Putin con un piano da 2 miliardi di euro che porterà alla Grecia dopo il 2018 ben 47 miliardi di metri cubi di metano. Lo ha annunciato il ministro dell’Energia, Panayoti Lafazanis (leader dell’ala sinistra di Syriza) che controlla anche il colosso elettrico monopolista ellenico la Pubblic Power Corportaion. Insomma l’ennesimo schiaffo alla UE che invece sta puntandop sul gas azero.

Boom del mercato immobiliare greco

Ma anche l’economia greca muove i primi passi. Infatti l’interesse per le case in Grecia e’ cresciuto enormemente e, dal giorno seguente alla proclamazione dell’ormai famoso referendum, se le ricerche immobiliari effettuate da utenti in Grecia sono calate in media del38%, quelle arrivate dall’estero sono aumentate mediamente del 60%. A calcolarlo e’ Immobiliare.it che ha analizzato il traffico corrispondente agli immobili greci presenti sul sito e ha confrontato questi numeri con quelli del suo partner, il gruppo Spitogatos.gr – leader greco per gli annunci immobiliari online. 

Nei 3-4 giorni seguenti alla proclamazione della consultazione popolare il traffico dall’estero e’ cresciuto del 130%, per poi assestarsi ad un incremento medio del 50%, rimasto costante nei giorni seguenti. “L’aumento delle ricerche – spiega Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it – e’ fortemente connesso all’esposizione mediatica della Grecia, che occupa le prime pagine di tutti i giornali del mondo: dal clamore legato alla sua possibile uscita dall’Euro e dalle conseguenti ricadute sul costo del mattone e’ derivato il forte incremento delle consultazioni nei motori di ricerca da parte di utenti internazionali”.

Non tutte le nazioni hanno mostrato, tuttavia, lo stesso interesse nei confronti del mattone greco, che sta vivendo la sua seconda crisi immobiliare dopo quella successiva alle Olimpiadi del 2004 e che ha gia’ visto una prima forte contrazione dei prezzi. A guardare con piu’ attenzione alle opportunita’ del mercato immobiliare ellenico sono le nazioni piu’ vicine o quelle storicamente legate alla Grecia: in primis la Russia, con un aumento del 244% nelle ricerche rispetto al periodo precedente alla proclamazione del referendum, l’Italia (+194%), la Francia (+156%) e la Turchia (+105%).

Seguono poi quei Paesi tradizionalmente territorio di emigrazione greca, come gli Stati Uniti  (+114%), l’Australia (+105%) e il Canada (+96%). Si segnalano, invece, l’aumento relativamente contenuto delle ricerche dal Regno Unito (+36%) e addirittura il calo registrato dalla Germania (-5%).

“Per quanto riguarda le domande provenienti dall’Italia – continua Giordano – occorre ricordare che da sempre la Grecia e’ una delle principali destinazioni per i cittadini che puntano ad acquistare una casa per le vacanze all’estero: il probabile ulteriore calo dei prezzi rende il mercato immobiliare greco piu’ appetibile del solito”.

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