Immigrazione. Disordini a Budapest. Il vicepremier, colpa della Merkel

BUDAPEST  – Continua la protesta di centinaia di migranti in attesa di poter partire da Budapest. Una manifestazione è stata improvvisata davanti alla principale stazione della capitale ungherese, subito dopo l’ordine di evacuazione diffuso tramite altoparlanti, durante il quale la polizia ha anche lanciato dei gas lacrimogeni.

“Germania, Germania!””, si è messa a scandire una folla di persone, in gran parte giovani uomini. “Vogliamo partire!” e, ancora, “”Merkel”, in riferimento alla cancelliera tedesca. La piazza davanti alla stazione si e’ trasformata ben presto in un accampamento, con un migliaio di persone, tra cui famiglie con bambini, sedute per terra sotto al sole, con una temperatura di 35 gradi. In mattinata la stazione, la piu’ importante della capitale ungherese, era rimasta chiusa per oltre un’ora. 

“Che bisogno c’era di cacciarci dalla stazione? Io ho il biglietto”, denuncia Khaled, 35 anni, siriano, con la moglie e una bambina di 6 anni al seguito, sdraiato su una coperta in un parco adiacente alla stazione di Budapest. Era riuscito a comprare il biglietto ieri, ma il treno oggi è partito senza di loro. Ingegnere, Khaled racconta: “I miei genitori e molti dei miei parenti sono stati uccisi in Siria”.   Il ministro della Difesa ungherese, Csaba Hende, ha così annunciato oggi in Parlamento l’invio di 3000-3500 militari sul confine sud del Paese, in sostegno alla polizia. “I militari non avranno però ordine di aprire il fuoco per mandare via la gente”, ha aggiunto.

Intanto il vicepremier ungherese Janos Lazar, intervenendo in Parlamento, oggi, ha incolpato la cancelliera tedesca Angela Merkel del caos e dei disordini avvenuti alla stazione Keleti di Budapest. I profughi siriani chiedono di partire per la Germania senza registrazione, facendo riferimento alle dichiarazioni della Merkel. 

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