Un anno fa, la strage a Charlie Hebdo, la Francia non dimentica

PARIGI – La Francia oggi ricorda il primo attentato di matrice jihadista che apriva un capitolo nero del Paese, nel mirino degli estremisti fino alla terribile notte delle stragi del 13 novembre.

Il 7 gennaio i fratelli Said e Cherif Kouachi uccisero otto nella redazione della rivista satirica e altre persone attorno all’edificio, lanciando una tre giorni di terrore con un bilancio di 12 morti. L’attacco, rivendicato da Al Qaida nella penisola araba, lanciò anche una serie di inquietanti punti interrogativi sulla minaccia jihadista cresciuta nelle periferie francesi e poi coagulata sotto le insegne di gruppi estremisti internazionali, compreso il sedicente Stato islamico entrato.Oggi il presidente Francois Hollande parlerà a un raduno delle forze anti-terrorismo nel quartier generale della polizia, a Parigi, a sottolineare l’emergenza sicurezza in cui la Francia vive, un anno dopo Charlie, due mesi, quasi, dopo la strage alla sala concerti parigina Bataclan e gli attacchi coordinati.Hollande illustrerà i piani di inasprimento delle leggi contro il crimine organizzato e il terrorismo, riforme che includono anche regole di ingaggio più flessibili per le forze di polizia e maggiori poteri in termini di fermi e perquisizioni. 

Intanto la rivista satirica simbolo anche controverso del libero spirito di critica e di pensiero, non ha rinunciato alla sua linea di sfida. Ieri ha pubblicato un’edizione speciale su cui spicca un Dio con un kalashnikov in spalla: “”Un anno dopo, l’assassino è ancora latitante””, provoca il testo a commento dell’immagine. Una scelta che ha scatenato dure critiche, anche dal Vaticano.E se un anno fa milioni di persone avevano fatto a gara per acquistare la prima edizione di Charlie dopo l’attacco, la copia del primo anniversario non va certo a ruba e la tiratura è oggi di circa 100mila copie.

 

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