India: Gange inquinato da tonnellate di ceneri e corpi

NEW DELHI  – Ogni anno decine di tonnellate di ceneri delle cremazioni e di resti umani sono gettati nel Gange con il risultato di aggravare l’inquinamento del fiume sacro per milioni di induisti. Lo ha denunciato un avvocato oggi in una memoria presentata al Tribunale verde nazionale, un organismo giudiziario che si occupa di punire reati ambientali, e di cui dà notizia l’agenzia di stampa Pti.

Il legale, Gaurav Kumar Bansal, cita l’esempio di Benares, la città dei morti, dove nei due ‘ghat’ delle cremazioni Harishchandra e Manikarnika, “sono bruciati circa 32 mila corpi all’anno con l’uso di 10 mila tonnellate di legna” per le pire funebri. La cremazioni “producono circa 300 tonnellate di ceneri che sono buttate nel fiume e che contengono 77 tonnellate di nitrogeno, 48 di fosforo e 6 di potassio”. A questo si aggiungono circa 200 tonnellate di resti umani che non si dissolvono con il fuoco e i cadaveri di alcune categorie di persone, tra cui i neonati e le donne incinte. “Il versamento nell’acqua di una cosi’ grande quantità di cenere e corpi – scrive il legale nel suo affidavit – crea un mutamento delle qualità organiche dell’acqua”, diminuendo la presenza di ossigeno. Bansal ha presentato ai giudici anche delle fotografie di cadaveri e carcasse di animali galleggianti e dei ritagli di giornale relativi al ritrovamento un anno fa di circa cento corpi nel tratto tra Kanpur e Unnao, in Uttar Pradesh.   

Condividi sui social

Articoli correlati