WikiLeaks, Assange: “ho vinto, adesso liberatemi”

LONDRA –  “Questa è una vittoria innegabile, una vittoria di importanza storica”: questo il commento del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, dopo che il gruppo di lavoro dell’Onu sulle detenzioni arbitrarie ne ha chiesto il rilascio immediato – decisione già respinta sia dal governo britannico che da quello svedese.

“Questa vicenda mi ha reso più forte, posso sopportare tutto ma che diritto hanno questo governo o quello statunitense o quello svedese di negare ai miei figli il diritto di vedere il padre per cinque anni?” ha continuato Assange, affacciatosi al balcone dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e rivolgendosi a un piccolo gruppo di sostenitori.In precedenza Assange – che ha sottolineato di essere oggetto di una detenzione “illegale, immorale e non etica” – aveva definito in videoconferenza “legalmente vincolante” la decisione del gruppo di lavoro: fonti dell’Onu sottolineano tuttavia che la sentenza di per sé non è vincolante, ma lo diventa in modo indiretto: “Gli Stati non hanno alcun obbligo verso il gruppo di lavoro, ma lo hanno nei confronti delle convenzioni e delle relative leggi e impegni assunti” per aderirvi.

Un appello al rilascio immediato è giunto anche dal governo dell’Ecuador: “E’ giunto il momento per entrambi i governi di correggere il loro errore, il momento di permettere a Julian Assange di essere libero, il momento di porre fine a questa detenzione arbitraria e compensare i danni causati a quest’uomo” ha dichiarato il ministro degli Esteri ecuadoriano, Ricardo Patino, secondo il quale contro Assange vi è stata una “persecuzione politica”: “Il suo unico crimine è stato quello di rivelare i crimini commessi da cittadini di altri Paesi”.Il governo svedese ha tuttavia già fatto sapere di non essere d’accordo con la decisione del gruppo di lavoro, che non ha “il diritto di interferire in un’inchiesta in corso da parte delle autorità svedesi”: “Assange è libero di lasciare l’ambasciata in qualsiasi momento e le autorità svedesi non hanno alcun controllo sulla sua decisione di rimanervi: quindi non può essere considerato privato della sua libertà a causa di qualsiasi decisione o atto delle autorità svedesi”.La magistratura svedese di fatto attende ancora di poter interrogare Assange, ma Quito ha respinto “per vizio di forma” la richiesta presentata in tal senso il 13 gennaio scorso. Stoccolma non ha tuttavia ancora deciso se accettare la controproposta, ovvero di lasciare che siano i magistrati dell’Ecuador ad interrogare Assange sulla base delle domande fornite dalla Procura svedese; in caso contrario, verrebbe presentata una seconda richiesta formale di interrogatorio.

Assange si era rifugiato nell’Ambasciata ecuadoriana nel giugno del 2012 per sfuggire a un mandato d’arresto internazionale emesso nei suoi confronti dalla giustizia svedese, che il Regno Unito intende comunque eseguire – come ribadito da Scotland Yard – nel momento in cui dovesse abbandonare la sede diplomatica.Il fondatore di WikiLeaks si è sempre dichiarato innocente riguardo alle accuse di stupro e abusi sessuali (quest’ultima imputazione è di fatto prescritta), ma teme che Stoccolma possa estradarlo negli Stati Uniti a causa della diffusione dei documenti riservati del Dipartimento di Stato, estradizione che Washington non ha comunque finora mai richiesto.(fonte Afp)

 

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