Attentati Bruxelles. La caccia ai terroristi prosegue

BRUXELLES – La polizia del Belgio prosegue la caccia ai sospetti dopo gli attentati terroristici di martedì a Bruxelles, i più gravi nella storia del Paese, mentre una serie di blitz e arresti sta portando alla luce ulteriori legami tra le stragi di novembre a Parigi e un nuovo complotto che sarebbe stato sventato in Francia.

Il governo belga, intanto, continua a essere bersaglio di una serie di durissime critiche, con i ministri preposti che tentano di difendersi spiegando di aver fatto tutto quanto nelle loro possibilità per evitare gli attacchi all’aeroporto di Zaventem e alla stazione della metro Maalbeek, che hanno provocato almeno 31 morti e oltre trecento feriti.

Molti ritengono che non sia stato fatto abbastanza per fermare i giovani combattenti belgi che vanno in Siria per unirsi allo Stato Islamico – che ha rivendicato gli attentati – e tornano in patria radicalizzati e addestrati all’uso di tattiche militari e terroristiche.””Attentati, decine di morti, centinaia di feriti, lacrime, blitz, una crisi politica, la capitale sotto assedio e latitanti ancora in fuga mentre Salah Abdeslam (il principale sospettato di Parigi) non dice niente in carcere””, ha scritto Christophe Berti in un duro editoriale sul quotidiano Le Soir, “E’ un incubo senza fine per un Paese sotto sopra”.Ieri, una serie di operazioni antiterrorismo ha portato a tre arresti in relazione a quello che le autorità francesi ritengono fosse un nuovo e imminente attentato.

Il presidente Francois Hollande ha dichiarato che un’organizzazione jihadista che ha colpito sia Parigi sia Bruxelles è stata “distrutta”, ma ha inoltre avvertito che la minaccia rimane e tutti devono restare in guardia.Il governo del Belgio ha riconosciuto di aver commesso degli “errori” e due ministri hanno offerto le proprie dimissioni, dopo che la Turchia ha annunciato di aver arrestato ed espulso Ibrahim El Bakraoui, il terrorista che si è fatto saltare in aria all’aeroporto di Zaventem. Il Belgio, ha denunciato Ankara, ha colpevolmente ignorato gli avvertimenti che era un “combattente terrorista straniero”. Ibrahim e suo fratello Khalid, il kamikaze della stazione della metropolitana, erano inoltre nella lista dei potenziali terroristi degli Stati Uniti, ha riportato la Cnn. Ibrahim era su questa “watch list” già prima delle stragi di Parigi, Khalid era invece stato aggiunto subito dopo. Gli inquirenti hanno inoltre confermato che nei confronti di Khalid era stato spiccato un mandato di arresto internazionale dopo le stragi di novembre nella capitale francese.

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