Turchia. Golpe fallito. Erdogan, atto di tradimento

Oltre 1.500 militari golpisti arrestati

ISTANBUL –  Il golpe tentato da una fazione dell’esercito militare contro il presidente Tayyip Erdogan si è rivelato fallimentare.

 Dopo una notte caotica, tra scontri e combattimenti a Istanbul e nella capitale di Ankara, i militari golpisti si sono arresi. Il bilancio finale è di almeno 90 morti negli scontri ad Ankara e altri 6 accertati a Istanbul, con oltre 130 feriti. Ma sono numeri destinati a crescere nelle prossime ore. Come probabilmente anche quelli dei militari arrestati: oltre 1.500, secondo le ultime cifre fornite dal ministro della Giustizia, Bekir Bozdag. Ed è appena all’inizio anche la purga nell’esercito, con 5 generali e 29 colonnelli già sollevati dai loro incarichi e la nomina-lampo del nuovo capo di Stato maggiore, Umit Dundar, a sostituire – almeno temporaneamente – Hulusi Akar. Di lui, che sarebbe stato preso in ostaggio durante il golpe, persino Erdogan aveva detto di non avere notizie certe. Poi, l’agenzia ufficiale Anadolu ha fatto sapere poco fa che è stato liberato dal luogo dove veniva detenuto, una base aerea alle porte di Ankara. Tornato a Istanbul, il presidente si è concesso piu di un bagno di folla nella zona dell’aeroporto promettendo che “i traditori” che hanno tentato di rovesciarlo “pagheranno un caro prezzo”.

I responsabili del tentato colpo di Stato in Turchia sono da considerare alla pari di gruppi  terroristici, ha aggiunto Erdogan. “I golpisti hanno puntato le armi del popolo contro il popolo stesso. Il presidente, che il 52 per cento della popolazione ha portato al potere, è in carica. Non riusciranno ad avere successo fino a quando resteremo contro di loro, qualunque sia il rischio”. Erdogan, infine, ha denunciato questo tentato come golpe, come una atto di tradimento.

L’emittente statale Trt e la tv privata Cnn Turk, entrambe occupate e poi abbandonate nella notte dai putchisti, mostravano le immagini dei soldati che si arrendevano sul ponte del Bosforo, chiuso al traffico dalla scorsa notte. Vicino a loro, i sostenitori di Erdogan festeggiavano sopra i tank. In mattinata, ancora scontri armati venivano segnalati in diverse zone della citta’. In queste ore, assicura la compagnia di bandiera Turkish Airlines, l’aeroporto Ataturk sta comunque riprendendo a funzionare regolarmente. Situazione critica anche ad Ankara, dove è stato bombardato il Parlamento ma nessun deputato risulta ferito. Quando era gia’ giorno, sotto attacco è finita anche l’area della faraonica residenza presidenziale, il simbolo del potere di Erdogan. Li’ si contano almeno 5 vittime. Ma la Turchia ha fretta di chiudere i conti con la sua lunga notte d’inferno. Il premier Binali Yildirim ha lanciato un appello a tutti i deputati, chiedendo di presentarsi oggi pomeriggio ad Ankara per una seduta straordinaria del Parlamento. 

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