In Grecia, venti di rivolta contro la crisi

ATENE – Ancora tumulti e scioperi all’ombra dell’Acropoli. Questa mattina, infatti, la polizia greca si è scontrata con i lavoratori del ministero della Cultura che da mercoledì occupavano il monumento ateniese per protestare contro la politica d’austerità imposta dal governo Papandreou.

Richieste – I circa 150 manifestanti avevano bloccato l’entrata principale impedendo l’ingresso ai turisti. La loro protesta è motivata dal fatto che la Grecia ha sfoltito l’organico dei lavoratori con contratti a termine nell’ambito dell’accordo con Ue e Fmi per ridurre il deficit. Il buco economico delle agenzie statali ha spesso causato l’impossibilità di risarcire i lavoratori, tanto che i manifestanti accusano di non aver percepito le buste paga degli ultimi due anni.

Mano dura – La protesta è stata soffocata dalla Polizia che, in tenuta antisommossa, ha usato la forza e lanciato lacrimogeni per disperdere i 150 lavoratori.

Disoccupazione in crescita – Difficile però che l’azione delle forze dell’ordine riesca a sedare lo stato di agitazione che ancora caratterizza la Grecia. Del resto, oltre ai lavoratori che non percepiscono lo stipendio pur lavorando, nello stato ellenico sono sempre più numerosi chi il posto di lavoro non l’ha.
Secondo l’Elstat, l’ufficio di statistica greco, il tasso di disoccupazione nazionale è salito al 12% a luglio, dal 9,6% di un anno prima. Su base mensile, invece, il tasso è in crescita dall’11,6% di giugno.

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