Russia. Alle parlamentari Putin vincitore assoluto

MOSCA  –  Vladimir Putin stravince: Russia Unita, infatti, il partito di governo vince le legislative con la maggioranza assoluta.

Ieri si è votato con sistema misto. Il risultato a oltre il 90% delle schede scrutinate vede il movimento putiniano intorno al 54,21% dei voti, con 203 su 225 dei candidati secondo il sistema uninominale, e più in generale forte di una ritrovata schiacciante maggioranza alla Duma, la camera bassa del Parlamento: 338 su 450 seggi. Dietro, rimane il testa a testa tra i comunisti e i liberali di Zhirinovskij: Kprf 13,53%, Ldpr 13,28%. Dentro anche Russia Giusta 6,19%, il quarto dei 14 partiti in corsa per superare la soglia del 5%. Putin non ha aspettato che pochi minuti per tirare le fila della giornata di voto per il rinnovo della Duma. 

In Russia, ha detto, “i problemi sono molti, le questioni aperte sono molte, ma la sostanza è una: le persone comunque scelgono Russia Unita”, il partito di governo. Così il presidente russo ieri sera a commento delle legislative, inevitabilmente viste come una specie di referendum sull’operato dello stesso leader del Cremlino. L’affluenza al 47,99% “non è la più alta che abbiamo visto, ma è alta” ha continuato Putin, prendendo la parola in una visita a sorpresa al quartier generale del movimento nella notte elettorale. “Per Russia Unita è importante il risultato, ed è buono”, ha aggiunto. Non appena tutti gli exit poll e le proiezioni post voto hanno indicato che il partito di governo non aveva subito grosse flessioni, Putin si è presentato in un look “all black” per godersi il successo riscosso. 

Scherzando persino: “c’è la mia faccia su tutti gli schermi. Toglietemi, mi sono stufato di vedermi”. E poi, parlando del consenso, ha sottolineato: “La situazione in Russia non è facile, le persone lo sentono e cercano la stabilità politica” ma “la fiducia va meritata”. “Le persone sono in attesa di azioni, non parole”, gli ha fatto eco l’ex ministro delle Finanze e capo del Centro per la ricerca strategica Alexey Kudrin, pochi mesi fa richiamato dal Cremlino e impegnato a trovare una exit strategy dalla crisi. I partiti extra-parlamentari non hanno superato il cinque per cento, né una barriera di tre per cento sulle liste di partito: Patria sta guadagnando il 1,44%, Comunisti di Russia il 2,35%, il Partito dei pensionati il 1,74%, I Verdi lo 0,74%, Piattaforma Civica lo 0,22%, Parnas lo 0,70%, il partito della crescita l’1,18%, Forza civile 0,14%, Yabloko l’1,86%, Patrioti di Russia lo 0,58%. Ieri il leader del partito comunista Kprf Gennady Zhiganov ha lanciato accuse sul fatto che questi piccoli partiti, come quello dei pensionati, sono stati “studiati” per portare via voti al suo, che nel Parlamento uscente era saldamente il secondo partito, dopo Russia Unita, la fazione al governo. Stavolta si è delineato un testa a testa con i liberali del nazionalista Vladimir Zhirinovskij (Ldpr), molto presente in Tv. Il risicato margine con i comunisti era stato già indicato da un sondaggio del centro demoscopico Levada del primo settembre. Appare comunque in rimonta il patriottismo e il nazionalismo nelle scelte dichiarate, se un politico come Zhirinovskij diventa una scelta più allettante del discreto (e molto locale) fascino delle bandiere rosse, simbolo del passato.

La giornata elettorale si è svolta in maniera abbastanza tranquilla. Tra le particolarità di questa votazione va sicuramente sottolineato la presenza di una ultracentenaria, Nebi Arsanukaev, 116 anni (ne fa 117 quest’anno) che ha votato in Cecenia, nel villaggio di Chiri-Yurt: l’arzilla vecchietta ha scatenato molta simpatia. Mentre nella russa Ekaterinburg, Urali, in uno dei seggi, la polizia ha arrestato un elettore perché giocava al videogame di realtà virtuale Pokémon Go.

 Tra i candidati che passeranno quasi sicuramente figura anche Vitalij Milonov, colui che ideò la controversa legge sulla propaganda gay, da San Pietroburgo potrebbe arrivare a Mosca, essendo in testa nella sua circoscrizione pietroburghese per le legislative. Ci sono comunque state irregolarità durante il voto, in particolare in alcuni seggi di Rostov, nonchè una rissa in Daghestan al seggio secondo un video diffuso su Internet e persino una sparatoria della polizia a 70 metri da un seggio a Togliatti. In più, disordini presso i seggi nelle rappresentanze consolari russe in Ucraina. Tuttavia la Commissione Elettorale Centrale ha definito il voto “valido” e si è sottolineato che il numero di irregolarità registrato è “inferiore” al passato. Non a caso per questa settima legislatura è stata scelta come presidente della Commissione elettorale centrale Ella Pamfilova, considerata equidistante e che ha promesso di dimettersi in caso di un suo fallimento nel garantire corrette elezioni per la Duma di Stato, pur esprimendo l’auspicio di mantenere il proprio posto in caso di risultati accettabili.

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