Usa. Trump getta il partito repubblicano nel caos

Trump spacca i repubblicani, Hillary vola nei sondaggi 

WASHINGTON – Trump porta  il Grand Old Party  in una situazione caotica dopo la pubblicazione venerdì del video con le frasi sessiste di Donald Trump. A dare il ‘liberi tutti’, cioè una sorta di autorizzazione a ciascun politico a prendere una propria posizione, anche di netta presa di distanza dal candidato repubblicano, sono state le parole dello Speaker Paul Ryan che salomonicamente ha detto che da ora in poi lui né difenderà né farà campagna per Trump, ma neanche ritirerà ufficialmente il suo endorsement. “Ormai siamo ognuno per sé, e il candidato alla presidenza ha un effetto distruttivo per i repubblicani normali”, ha affermato l’ex senatore Judd Gregg, spiegando come ormai la paura di tutti è che il tracollo verso cui sta marciando Trump, stando ai primi sondaggi post video che danno Hillary Clinton in testa di 11 punti, possa travolgere anche tutti i duelli difficili in cui sono impegnati i repubblicani alla Camera e al Senato. 

Tanto che era circolata la voce, poi in un secondo momento smentita dal presidente del partito Reince Priebus che tra, i pochi, che riafferma la completa lealtà verso Trump, che il Gop avesse deciso di non investire più fondi sulla campagna per la Casa Bianca, spostandoli tutti sul Congresso. E se Ryan ha parlato, invece ancora mantiene un doloroso silenzio il leader repubblicano al Senato, Mitch McConnell. A spaventare è soprattutto il fatto che Clinton ora intende lanciarsi all’attacco nel territorio nemico e “raggiungere gli elettori che nel 2012 hanno votato per Mitt Romney ed in una tornata elettorale normale voterebbero per un repubblicano, ma ora sono così sconvolti da Trump che sono disposti a sostenere Hillary”, come ha spiegato Brian Fallon, portavoce della democratica.

 Tutto questo mentre va in scena una sorta di commedia dell’assurdo in cui i sostenitori di Trump, tra i quali esponenti del partiti ‘coloriti’ e controversi quanto il candidato, che negano l’evidenza. “Come potete aver visto il dibattito senza capire che è stato lui a vincere?” ha affermato, per esempio, l’ex Speaker della Camera, Newt Gingrich. Anche l’ex accanito avversario delle primarie, Ted Cruz che i colleghi senatori consideravano un candidato potenzialmente ancora più negativo del miliardario, ha ribadito di “sostenere Trump perché Hillary Clinton è un disastro”, smentendo le voci di una sua presa di distanza. Rudy Giuliani, arriva addirittura a scherzare sulle ‘battute da spogliatoio”, che è la, discutibile, linea di difesa di Trump per giustificare i toni delle sue parole del 2005. “La Clinton Foundation è falsa come….. meglio che non lo dico, voglio essere carino, lo conservo per lo spogliatoio”, ha detto l’ex sindaco di New York. 

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