Il Bulgaria inabissato. Ora si cercano i responsabili

ROMA – Il 12 luglio in Russia e’ stato proclamato il lutto nazionale per ricordare le vittime di “Bulgaria”, nave da crociera affondata nel Volga. A bordo , secondo quanto riferisce Serghej Shojgu, capo della Protezione civile della Russia, si trovavano 208 persone, tra cui 80 tratte in salvo. Secondo i testimoni oculari, la nave e’ affondata in pochi minuti dopo una virata di dritta troppo stretta.

Alcune decine di naufragi hanno trovato rifugio a bordo della nave Arabella, che passava nelle vicinanze, mentre solo in seguito sono arrivati soccorritori attrezzati con elicotteri e decine di mezzi tecnici, e,  nonostante il temporale, i lavori di salvataggio sono andati avanti per tutta la notte. Medvedev ha dichiarato : ”Ho incaricato il governo di costituire una commissione statale d’inchiesta per chiarire le circostanze dell’incidente. Sara’ guidata dal ministro dei trasporti. E’ ormai evidente che un incidente del genere  non sarebbe successo se fossero state rispettate tutte le norme di sicurezza e del controllo tecnico, anche tenendo conto delle condizioni meteo sfavorevoli. Bisogna chiarire minuziosamente cosa e’ accaduto, perche’ il proprietario della nave la usava nonostante le condizioni in cui versava. Inoltre e’ necessario controllare i mezzi di trasporto, tutti quanti.” A conferma di questo, il capo dell’ufficio stampa della Protezione Civile, Irina Andrianova ha affermato che “I rinforzi sono arrivati per tutta la notte.

 

Al momento all’operazione partecipano 329 soccorritori, fra cui 91 palombari, con 74 mezzi tecnici. Si tratta degli specialisti giunti da Mosca, inviati dal Centro per emergenze “ZentroSpas”, dalla regione di Krasnodar, dal Tatarstan e dalla vicina Bashkiria. Sono state fornite tutte le attrezzature necessarie. La nave, costruita a Bulgaria, batte bandiera dal 1955:  mancava della licenza per il trasporto passeggeri ed era partita da Kazan con un motore in avaria, oltre che con un assetto anormale.
Svetlana Iniakina, direttore generale di Argorechtur, la compagnia che ha noleggiato il battello, e Iakov Ivashov, un funzionario del Registro del trasporto sul fiume Kama preposto al controllo tenico dei natanti sono stati posti in stato di fermo di polizia. Lo riferisce l’agenzia Interfax, citando il portavoce del comitato investigativo. Entrambi rischiano sino a 10 anni di prigione.  Le ipotesi di reato riguardano la violazione delle norme di sicurezza che hanno provocato la morte dei passeggeri. E’ stata aperta anche un’indagine per omissione di soccorso nei confronti dei comandanti delle due navi (Arbat e Dunaiski-66) che non hanno prestato aiuto ai naufraghi: rischiano sino a due anni di galera. 
A bordo si trovavano numerosi bambini.
Le operazioni di recupero sono condotte da alcuni sommozzatori muniti di attrezzature speciali che hanno partecipato, in particolare, all’operazione per il recupero del sommergibile “Kursk” . La Commissione governativa per l’indagine sulla perdita della motonave ha adottato la decisione di riportare a galla la “Bulgaria”, operazione che  inizierà il 16 luglio.

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