Usa, i dossier che scuotono Washington

WASHINGTON – Dai ‘Pentagon Papers’ ai ‘Golden shower memos’, dai segreti inconfessabili della Guerra in Vietnam a quelli altrettanto inconfessabili delle (presunte) abitudini sessuali di un presidente.

Se i titoli dei dossier con i quali si costruiscono le inchieste giornalistiche hanno un senso, allora la ‘bomba’ che sta scuotendo l’America alla vigilia della presidenza Trump darà ragione a  chi lamenta l’inarrestabile declino della politica. Secondo il rapporto dell’intelligence Usa di cui tutti i media statunitensi stanno parlando – ma che solo BuzzFeed finora ha pubblicato integralmente – i servizi segreti russi avrebbero immagini video e registrazioni audio estremamente imbarazzanti per il presidente eletto. L’Fsb, la principale agenzia di intelligence russa, avrebbe “sfruttato le ossessioni e le perversioni sessuali di Trump per ottenere materiale compromettente su di lui”, si legge nel rapporto. Durante una sua visita a Mosca, probabilmente nel 2013, quando Trump era un ‘semplice’ magnate dell’edilizia e promoter del concorso di Miss Universo, l’Fsb avrebbe “impiegato alcune prostitute per eseguire davanti a lui delle ‘piogge dorate'”, vale a dire atti sessuali che hanno a che fare con l’urina. 

Ad aggiungere un ulteriore dettaglio imbarazzante è il fatto che Trump, in occasione della sua visita a Mosca, alloggiò al lussuoso Ritz Carlton, lo stesso hotel scelto da Barack e Michelle Obama durante una delle loro viste ufficiali in Russia. Non solo, Trump chiese espressamente di poter dormire nella stessa camera (e nello stesso letto) usata dalla coppia presidenziale. La Cnn, in un articolo online cofirmato da Carl Bernstein, uno degli autori dello scoop sul Watergate, per prima ha riferito che una sintesi del rapporto “è stata illustrata la scorsa settimana al presidente Barack Obama e al presidente eletto Trump ” e che esso riferiva tra l’altro che “agenti russi sostengono di avere informazioni personali e finanziarie compromettenti su Trump”. Se il ‘sexgate’ segnò indelebilmente il secondo mandato di Bill Clinton, i ‘golden shower memos’ rischiano di compromettere fin dall’inizio la credibilità del nuovo presidente Usa, scrivono i media statunitensi che, con il passare delle ore, sembrano farsi sempre meno remore nel condire di particolari piccanti i loro resoconti. 

A quanto pare, a Washington i bene informati sapevano tutto almeno dalla scorsa estate. La storia delle abitudini sessuali del nuovo presidente Usa, ricostruisce Newsweek, circolava da tempo. Mother Jones, sito di sinistra particolarmente critico nei confronti di Trump, addirittura aveva fatto esplicito riferimento alla passione del tycoon per le ‘piogge dorate’ già lo scorso ottobre. Ma la rivelazione, che all’epoca non godeva dell’ufficialità che gli viene attribuita ora dai servizi Usa, suscitò poco più di qualche risata maliziosa. Va sottolineato che la stessa intelligence americana, pur considerando “affidabile” la fonte – un ex specialista di controspionaggio britannico ingaggiato prima dagli avversari repubblicani di Trump e poi dai democratici – considera il rapporto non verificato e non verificabile. La stessa premessa fa BuzzFeed nel pubblicare integralmente il documento. “Notizie false. Una totale caccia alle streghe!”, ha tuonato Trump su Twitter senza fare riferimenti specifici alle rivelazioni contenute nel rapporto. 

Tra le pagine del dossier non poteva mancare l’aspetto ‘business’ dei presunti rapporti poco limpidi tra Trump e la Russia. “L’operazione con la quale il Cremlino ha coltivato Trump” comprendeva anche “l’offerta di affari immobiliari particolarmente vantaggiosi in Russia, in particolare in relazione ai prossimi Campionati mondiali di calcio del 2018. Tuttavia, fino ad ora, per ragioni sconosciute, Trump non ne ha accettato nessuno”. In un altro dei resoconti scritti dallo specialista britannico, si fa riferimento ai rapporti tra membri della campagna di Trump e Mosca. In particolare, lo staff di Trump sarebbe stato a conoscenza delle operazioni di hackeraggio russe ai danni del Partito democratico Usa e in cambio “avrebbero acconsentito” ad assumere un atteggiamento poco aggressivo nei confronti della Russia durante la campagna presidenziale. Lo stesso ha fatto Trump dopo la sua elezione, affermando più volte di volersi allontanare dalla politica di Obama verso la Russia per costruire un rapporto amichevole con Mosca. Nel dossier, alcune fonti anonime sostengono che “il comportamento poco ortodosso di Trump in Russia nel corso degli anni ha fornito alle autorità (di Mosca) sufficiente materiale imbarazzante per ricattarlo, se volessero farlo”. Eppure, scrive la stampa Usa, sebbene sia questo l’aspetto più inquietante dell’intera vicenda, e sebbene i ‘golden shower memos’ potrebbero essere del tutto falsi e riconducibili all’ennesima opera di disturbo dell’intelligence russa che punta a gettare la politica Usa nel caos, nulla più degli scandali sessuali riesce a catturare l’attenzione degli americani.

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