Iran, nell’anniversario rivoluzione scoppia l’odio contro Usa

TEHERAN – Ai cortei hanno preso parte centinaia di militari e poliziotti, diretti verso la Azadi square, la piazza della libertà.

Alcuni hanno mostrato grandi fotografie di Trump e striscioni con slogan contro gli Usa, tra cui la scritta ‘Morte all’America’. Altri hanno bruciato bandiere a stelle e strisce, mentre la televisione di Stato ha trasmesso le immagini di persone che calpestavano una fotografia di Trump, in una strada della capitale. “L’America e Trump non possono fare un bel niente. Siamo pronti a sacrificare le nostre vite per la nostra guida Khamenei”, ha dichiarato un giovane alla tv. Tra i dimostranti, inoltre, è emerso chiaramente anche il sentimento contro Israele. Alcuni manifestanti mostravano fotografie di Trump, del premier israeliano Benjamin Netanyahu e della premier britannica Theresa May, con la scritta: ‘Morte al triangolo del male’.

Anche il presidente moderato Rohani ha chiesto agli iraniani di partecipare alla manifestazione, per “mostrare i loro indistruttibili legami con il Leader supremo e la Repubblica islamica”. Davanti alla folla radunata intorno alla Torre Azadi, simbolo di Teheran, Rohani ha dichiarato: “Alcuni attori senza esperienza nella regione e in America stanno minacciando l’Iran, ma devono sapere che il linguaggio delle minacce non ha mai funzionato con l’Iran”. Ha aggiunto: “Devono imparare a rispettare l’Iran e gli iraniani, affronteremo con forza qualsiasi loro politica di propaganda della guerra”.

Centinaia di migliaia di iraniani hanno manifestato per il 38esimo anniversario della Rivoluzione che nel 1979 cacciò lo Scià, rispondendo all’appello della Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei. I cortei, cui secondo la tv di Stato hanno preso parte milioni di persone, sono stati all’insegna dell’odio verso gli Usa, con bandiere bruciate e slogan anti-Trump. Khamenei aveva invitato gli iraniani a scendere in piazza per dimostrare che Teheran non si fa spaventare dalle “minacce” americane, e il presidente Hassan Rohani si è poi nito all’appello. La scorsa settimana il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva messo l’Iran “sull’avviso” in reazione al test missilistico del 29 gennaio, imponendo nuove sanzioni su persone e asset. L’Iran ha dichiarato che non chiuderà il suo programma missilistico.

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