Siria. L’esercito conquista Baba Arm e Londra ritira il personale in ambasciata

DAMASCO – L’esercito siriano ha ripreso il controllo totale del quartiere Baba Arm nella città di Homs, città roccaforte dei ribelli, causando decine di morti e feriti. Secondo una fonte interna dei servizi di sicurezza di Damasco sarebbero infatti “cadute le ultime sacche di resistenza”. Ma se l’esercito parla di conquista i ribelli parlano invece di ritirata strategica.

Sta di fatto che nelle ultime 24 ore, per l’opposizione, sono morte 26 persone, 17 nella sola Homs.

Ed è ancora Damasco ad essere l’oggetto delle ultime riunioni dell’Onu, che a Ginevra ha condannato duramente il presidente Al-Assad, approvando una risoluzione dove si chiede la fine degli attacchi contro i civili. La risoluzione è stata approvata con 37 sì, 3 astensioni e i voti contrari di Russia, Cina e Cuba.

Kofi Annan, inviato speciale dell’Onu per la Siria, si è dichiarato pronto a recarsi in visita a Damasco e chiedere la fine delle violenze. Ma per farlo ha chiesto l’appoggio unito alla comunità internazionale. Il problema principale è l’opposizione della Russia, che più volte ha dichiarato la sua contrarietà alla faccenda. Di fatto il paese rosso è un antico sostenitore di Assad. E i rapporti tra i due sono diventati più intensi proprio durante il conflitto. La Russia continua a rifornire di armi e munizioni l’esercito siriano. Non ultima con la vendita di 92 bombardieri Su-34. A dichiararlo è lo stesso Ministero della Difesa di Mosca, come riportato dall’agenzia di stampa russa Interfax.

Il 7 marzo una riunione si terrà a Riad, in Arabia Saudita, tra il ministro degli Esteri russo e i ministri del Consiglio di Cooperazione del Golfo. E nel frattempo la Gran Bretagna ritira il suo personale dell’ambasciata per motivi di sicurezza. Anche se i rapporti diplomatici fra i due paesi non cesseranno. “Giudichiamo che il deterioramento della situazione a Damasco mette il nostro personale in ambasciata e la sede stessa a rischio”, ha dichiarato il ministro degli Esteri William Hague.

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