Terrorismo. L’Isis sotto il fuoco incrociato in Siria e Iraq

La portaerei francese Charles de Gaulle operativa

ROMA – La Francia ha iniziato a lanciare i suoi primi attacchi aerei contro gli obiettivi dello Stato islamico in Iraq anche dalla portaerei Charles de Gaulle, schierata nel Mediterraneo orientale. Secondo il capo di Stato maggiore delle forze armate francese, Pierre de Villiers, i raid si sono concentrati su Ramadi e Mosul in supporto delle forze di terra che combattono contro le truppe del Daesh”.

Anche gli Usa continuano le loro incursioni. Almeno 280 autocisterne sono state distrutte oggi nei bombardamenti contro l’Isis al confine tra Siria e Iraq, riferiscono funzionari americani citati da Nbc. Aerei di attacco A-10 e cannonieri AC-130 hanno lanciato 24 bombe a guida laser e mitragliato pesantemente i camion utilizzati dallo Stato islamico per contrabbandare il greggio. Poco prima dei bombardamenti – hanno detto i funzionari – sono stati lanciati dei volantini nei quali si avvertivano gli autisti “di fuggire immediatamente o verrete uccisi”.

Fuco incrociato anche in Siria dove lo Stato islamico è sotto il fuoco dei russi e dei britannici. Il premier David Cameron ha annunciato alla Camera dei Comuni che giovedì tornerà nuovamente in aula per chiedere al Parlamento di approvare la sua richiesta di estendere  l’intervento armato anti Is, già in corso in Iraq, anche al teatro siriano.

La partecipazione dei caccia britannici ai bombardamenti contro lo Stato Islamico in Siria “sarà uno degli  elementi di una strategia generale a lungo termine per sconfiggere  l’Is, insieme ad un grande sforzo internazionale per mettere fine alla guerra in Siria”, ha detto Cameron. “Dobbiamo attenderci l’imprevedibile”, ha detto il primo ministro britannico nel corso  dell’intervento nel quale ha illustrato le nuove linee guida per la politica di difesa e sicurezza britannica per i prossimi 5 anni. Come anticipato dalla stampa, il premier ha annunciato nuove spese in armamenti e forniture per le forze armate e di sicurezza per 12 miliardi di sterline, per un totale di 178 miliardi di sterline nell’arco dei prossimi 10 anni.

Tra le misure previste, l’aumento a 50mila militari  (dagli attuali 30mila) della forza di spedizione militare per le  operazioni all’estero, con la creazione entro il 2025 di due nuove  Brigate d’attacco di rapido impiego, da 5mila militari ciascuna.

“Questo governo ha deciso di investire nella nostra sicurezza nazionale -ha detto Cameron – l’Is non è un problema remoto a migliaia di miglia di distanza. E’ una minaccia diretta. Il mondo è oggi più pericoloso e incerto di quanto era cinque anni fa”, ha sottolineato il premier, che stamattina a Parigi ha incontrato il presidente francese Francois Hollande con il quale ha reso omaggio alle vittime degli attacchi di Parigi del 13 novembre.

Nel frattempo per la prima volta, la Russia avrebbe dispiegato truppe di terra in Siria al fianco delle forze lealiste di Bashar al-Assad, conquistando posizioni strategiche e forzando le truppe ribelli a ritirarsi. La notizia e’ stata data dal quotidiano kuwaitiano al-Ray e ripresa dal Jerusalem Post. Secondo questa fonte, non supportata da altre, forze militari russe, con il sostegno dei caccia di Mosca, hanno fornito copertura a tank T-90 impegnati contro obiettivi strategici dei ribelli a Idlib e Latakia, conquistando posizioni e costringendo gli uomini dell’opposizione ad Assad a indietreggiare. L’articolo non riferisce se ci siano state vittime tra i militari russi.  Gia’ a settembre, diverse fonti americane avevano riferito di una mezza dozzina di tank russi in un centro d’aviazione vicino Latakia, roccaforte del presidente siriano. Negli ultimi tre mesi, Mosca ha aumentato la sua partecipazione al conflitto siriano, lanciando raid aerei contro i ribelli e incrementando la presenza navale nel Mediterraneo, e in piu’ occasioni il presidente russo Vladimir Putin ha sostenuto che non avrebbe inviato uomini in Siria.

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