Pakistan. Strangolata e bruciata viva a 16 anni perché aveva aiutato amica a fuggire

ISLAMABAD – Tredici uomini di una ‘jirga’ (consiglio tribale) sono stati arrestati oggi nel nord del Pakistan per aver ‘ordinato’ la brutale uccisione di una ragazza di 16 anni accusata di aver aiutato un’amica a fuggire con il fidanzato.

Lo riferiscono fonti della polizia locale. L’incidente è successo la scorsa settimana in un villaggio del distretto di Abbottabad, noto per essere stato per anni il covo del numero uno di al Qaida, Osama bin Laden, ucciso dagli americani nel maggio 2011. L’adolescente, che si chiamava Ambreen Riasat ed era figlia di un manovale, è stata giudicata colpevole dalla ‘jirga’ del villaggio che si è riunita lo scorso 28 aprile dopo che una ragazza aveva violato il codice d’onore della famiglia sposandosi contro la volontà dei genitori. Secondo gli anziani del villaggio Ambreen era stata complice nella fuga dell’amica e per questo hanno deciso di ucciderla.

“Prima l’hanno strangolata – ha raccontato un responsabile della polizia – e hanno hanno bruciato il corpo dopo averla legata al sedile di un pulmino”. Il veicolo parcheggiato in una stazione dei bus del villaggio è stato dato alle fiamme nella notte tra giovedì e venerdì con la ragazza all’interno. In seguito alle indagini sono stati arrestati 13 dei 15 componenti della ‘jirga’. Saranno processati per direttissima da un tribunale speciale anti terrorismo creato di recente per i gruppi jihadisti. I delitti d’onore sono frequenti in Pakistan, soprattutto nelle zone del nord-ovest dove c’è un forte potere dei fondamentalisti islamici. A febbraio la regista Sharmeen Obaid-Chinoy ha vinto un Oscar con un corto-documentario intitolato “A Girl in the River: The Price of Forgiveness” in cui si denuncia questa radicata usanza che giustifica la violenza contro le donne. A questo proposito il governo sta mettendo a punto un progetto di legge per punire gli omicidi e altri abusi in nome dell’onore.

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