Desaparecidos, dopo 39 anni di lotta spuntano i documenti

BUENOS AIRES – A poche ore dalla declassificazione di 3000 documenti da parte del Vaticano e dell’Episcopato Argentino, lettere inviate ala Chiesa dai famigliari delle vittime della dittatura durante gli anni di piombo, la titolare delle Abuelas de Plaza de Mayo, Estela de Carlotto, ha festeggiato per la decisione sebbene criticando fortemente il ruolo dei vescovi durante quell’epoca.

“Da anni chiediamo a tutti la declassificazione degli archivi della dittatura. La notizia è stata un regalo per festeggiare il 39° anno di lotta”, ha detto in mattinata Carlotto ai microfoni di una radio argentina. 

“L’aspettativa è relativa, possono esserci dati sui desaparecidos o meno o dove la chiesa ha nascosto i nostri nipoti. Da qualche parte dovranno esserci gli archivi della dittatura militare argentina, speriamo trovarli”. Immediatamente, la titolare delle Abuelas ha ricordato: “ Il Vaticano ha avuto una complicità nefasta nel consegnare le persone e nel festeggiare la morte dei militanti popolari”.

Carlotto ha anche messo in discussione la prigione domiciliare ai militari detenuti: “Continueranno a cospirare, non parlano, hanno le bocche cucite”. Collegando le due tematiche ha aggiunto: “La Chiesa promuove la verità dal Vaticano e aiuta affinché chi ha informazioni le comunichi.

Su questa linea, ha ripudiato l’attitudine dei repressori condannati per lesa umanità che non parlano come non parlano gli integranti delle forze di sicurezza attuali mantenendo un silenzio corporativo.

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