Siria, sei kamikaze in azione a Homs, decine i morti

BEIRUT – Diversi kamikaze si sono fatti esplodere contro le sedi delle forze di sicurezza a Homs, in Siria, uccidendo 42 persone, tra cui il capo dell’intelligence militare, generale Hassan Daabul, stretto alleato del presidente Bashar al-Assad. 

L’attacco è stato rivendicato dall’ex affiliata di al Qaida in Siria, il Fronte Fateh al-Sham (ex Fronte al Nusra), ed è stato messo a segno mentre a Ginevra sono in corso i colloqui tra regime e opposizione, sotto egida Onu, per cercare di mettere fine a quasi sei anni di guerra. Secondo quanto riportato dai media ufficiali, i kamikaze si sono fatti esplodere contro la sede della Sicurezza di Stato e quella dell’intelligence militare, situate rispettivamente nei quartieri di Ghouta e Mahatta, nel centro di Homs, terza città del Paese controllata dal 2014 dalle forze del governo. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito di 42 morti, mentre il governatore della provincia centrale di Homs, Talal Barazi, ha detto che ci sono stati 30 morti e 24 feriti. Secondo la televisione di Stato sono stati sei i kamikaze entrati in azione, uno dei quali “ha preso di mira il generale martire”. Per il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahmane, gli attacchi odierni sono “i più audaci messi a segno” contro le forze del regime dopo l’attacco alla sede della sicurezza nazionale di Damasco del luglio 2012, quando rimasero uccisi, tra gli altri, il ministro della Difesa, il suo vice e cognato di Assad, così come il leader della cellula incaricata di sedare la rivolta poi sfociata in guerra.

A Homs, gli attentatori sono riusciti a entrare nella sede dell’intelligence militare, secondo Abdel Rahman: “Ci sono stati colpi di arma da fuoco contro le guardie. Sono accorsi altri ufficiali e un primo attentatore suicida si è fatto saltare in aria. Altri agenti di intelligence sono accorsi e un secondo e un terzo kamikaze si sono fatti esplodere”. “L’obiettivo era quello di prendere il controllo della sede, ma l’operazione è fallita”, ha sottolineato, aggiungendo che “ci sono stati scontri per due ore durante gli attacchi”. Nella sua rivendicazione, il Fronte Fateh al-Sham ha detto che “cinque kamikaze hanno preso d’assalto le sedi della sicurezza dello Stato e dell’intelligence, uccidendo più di 40 persone tra cui Hassan Daabul”. Gli attentati sono stati messi a segno al terzo giorno dei colloqui tra regime e opposizione in corso a Ginevra; come l’Isis, anche il Fronte Fateh al-Sham è escluso dal tavolo dei negoziati. “Si tratta di un messaggio sia al regime che all’opposizione che alla comunità internazionale sul fatto che Fatah al-Sham c’è e nessuno può isolarlo”, ha detto Abdel Rahman. 

Anche il capo dell’intelligence dell’esercito siriano, Hassan Daabul, è tra le 32 persone rimaste uccise oggi in una serie di attacchi suicidi contro le installazioni militari di Homs, nell’ovest del paese. Lo ha reso noto la televisione di Stato di Damasco. 

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