I nuovi poveri aumentano, lo Stato è assente. Per fortuna c’è il volontariato

ROMA – Attendono con impazienza lo scoccare delle 12. Attendono dietro le porte. Qualcuno chiacchiera, qualcuno si riscalda le ossa al sole. Qualcuno finisce di ritoccarsi il trucco. Sono gli ospiti della Casa Santa Giacinta, Centro di Accoglienza della Caritas che si trova in via Casilina Vecchia, 19 a Roma.

Ospita circa 80 persone. Ma la domenica, le porte della mensa si aprono a tutti. E allora arrivano rumeni, africani, italiani, sudamericani. Ormai ho imparato a riconoscerli: so chi è puntuale, chi arriva all’ultimo momento, chi vuole il bis, chi si lamenta per il cibo poco saporito, chi vorrebbe del vino per accompagnare il pasto, chi ama scherzare e chi ama soltanto chiacchierare per sentirsi meno solo. Ogni volta ci sono i volti di sempre e poi volti nuovi, giovani con storie di abbandono. A volte una famiglia di zingare si presenta con le bambine. In disparte vedi anche delle coppie: marito e moglie da una vita costretti a perdere tutto, ma non la dignità. Arrivano vestiti e lavati di tutto punto. Tengono gli occhi bassi e danno poca confidenza. Preferiscono passare inosservati. Sono i nuovi poveri, coloro che non arrivano più alla terza settimana. Mentre mangiano ti chiamano per raccontarti le loro vicissitudini: qualcuno ha perso il lavoro e racconta con la luce negli occhi quando le cose andavano bene e ci si poteva permettere anche di viaggiare; ci sono coloro che ogni volta ti raccontano una storia diversa; poi c’è l’artista o l’anziano che minaccia di volersene andare, ma che poi rimane lì e ti ringrazia in continuazione per l’aiuto che gli dai e il tempo che gli doni.

Secondo l’ultimo rapporto sulla povertà presentato dalla Comunità di Sant’Egidio, Roma è la città italiana con i maggiori problemi sociali. Se la casa è un problema in tutto il Paese, dal momento che sono 5 milioni le case sfitte e il 40% degli affitti è in nero, Roma ha il record degli sfratti (1 famiglia su 191), per lo più per morosità. Tra i motivi? Le spese di affitto sono salite in pochi anni del 160% tanto da rendere la Capitale, per costo delle case in affitto, seconda solo a Venezia. Record anche per le case sotto sequestro o pignorate (+18%) e per quelle vuote (circa 50.000). La Comunità di Sant’Egidio parla di circa 6mila persone senza dimora su tutto il territorio cittadino. Di queste, trovano accoglienza presso i centri comunali o di associazioni di volontariato circa 2.700 persone (1.500 in parrocchie, associazioni religiose; 1.200 in centri convenzionati con il Comune, di cui circa 600 attivi solo per l’emergenza freddo).

Secondo dati recenti circa 2.000 nuove famiglie a Roma possono perdere la casa entro il 2012 e più di 50.000 nuove famiglie possono andare ad ingrossare le fila dei “nuovi poveri”. Poveri strutturali, senza casa e senza lavoro.

 

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IL BANCO ALIMENTARE
Dietro la distribuzione dei pasti, le mense c’è il Banco Alimentare, una Fondazione nata nel 1989 senza fini di lucro e che si basa sul volontariato. Noi siamo andati a sentire Massimo Perrotta del Banco Alimentare Roma.
“L’associazione Banco Alimentare Roma è nata nel dicembre del 1990, per iniziativa di un gruppo di volontari desiderosi di impegnarsi in attività di sostegno a persone in difficoltà, presenti nella città di Roma e nella Regione Lazio. L’idea è quella di raccogliere presso i comparti dell’Industria e della Grande Distribuzione quelle derrate alimentari non più commerciabili (scadenza ravvicinata, confezioni danneggiate o errate, eccedenze di magazzino, ecc), ma ancora commestibili e provvedere gratuitamente a distribuirle ad enti ed organismi che si occupano di persone bisognose o in difficoltà nella città di Roma e nella regione Lazio”.

Anche voi avete registrato un aumento dei poveri e quindi della domanda?
“È un paio di anni che registriamo questo aumento della povertà e lo capiamo all’aumento delle richieste che ci vengono dagli Istituti che riforniamo. Lavoriamo con 450 strutture, in grossa parte si tratta di Caritas parrocchiali, diciamo un 50%, poi Case famiglia, istituti e persone in difficoltà. Diciamo che a fine 2011 abbiamo registrato un incremento del 20-25% delle richieste”.

Gli italiani sono divenuti più sensibili?
“Sicuramente c’è una maggiore sensibilità che però spesso non si concretizza in un incremento del numero dei volontari o del materiale che giunge a noi. Oltre a ciò che ci proviene dalle aziende, una volta all’anno, effettuiamo una raccolta di materiale che non ci perviene dalla Comunità Europea, come scatolame e omogeneizzati e coinvolgiamo in questo 300 supermercati”.

Nuovi progetti?
“Stiamo costruendo il Banco Alimentare on line: invece di farlo una volta all’anno presso un supermercato, puoi donare quando vuoi on line versando una cifra che copre per esempio un pasto. E poi, da visitare è il social network Roma Altruista (HYPERLINK “http://www.romaltruista.it“www.romaltruista.it), il sito che ti informa sul luogo, l’ora e la persona che ha bisogno di un aiuto: può essere un povero, una anziana, dei ragazzi stranieri che devono imparare il codice della strada…”.

PADRI SEPARATI: I NUOVI POVERI
L’Avvocato Giorgio Maccaroni, Presidente Avvocatura Italiana per i Diritti delle Famiglie, da anni si occupa di affido e famiglie. Argomenti che lo portano a contatto con una delle categorie più colpite ultimamente dalla povertà: i padri separati.
“Sia in caso di separazioni consensuali, sia giudiziarie, con figli viene solitamente privilegiata dal giudice la madre, per una scelta discrezionale. Mi spiego: non c’è una legge che obbliga il giudice ad assegnare il figlio alla madre. È piuttosto una consuetudine. Mentre la legge prevede che i genitori, a prescindere da chi sia il genitore collocatario, provvedano in egual misura al mantenimento del figlio, aspetto che spesso non viene rispettato, dal momento che il padre viene di fatto obbligato a corrispondere un assegno mensile al figlio, che viene consegnate alla madre stessa. Cosa che fa percepire l’assegno non come un assegno per il figlio, ma come un assegno ad personam, come una volta feci notare provocatoriamente ad un giudice. A questo assegno, poi, si aggiunge quello da erogare alla madre, qualora le condizioni economiche del marito siano superiori a quelle della moglie. Inoltre non bisogna dimenticare che se due genitori si separano e il figlio viene assegnato alla madre, la casa, anche se di proprietà di entrambi o del padre, sarà assegnata alla madre. E qualora non ci siano specifiche di tempo nell’atto, non necessariamente questo privilegio avrà fine con la maggiore età del figlio. Se si aggiungono le spese che il padre deve affrontare per affittare una casa e per il proprio mantenimento, è facile immaginare in quali condizioni si verrà a trovare. Per questo capita spesso che una coppia decide di non separarsi o si ricostituiscono famiglie separate proprio perché in difficoltà economica. Mi è capitato anche un caso di una persona che si è pentita. Aveva cominciato una relazione con un’altra donna. Una relazione che lo aveva portato a separarsi in condizioni capestro senza possibilità di vivere e garantire un qualche futuro alla nuova compagna… Si potrebbe suggerire, qualora un uomo sia ridotto sul lastrico in seguito alla separazione, di presentarsi in tribunale e rivedere la sentenza. Inoltre, in merito all’affidamento dei figli, sarebbe meglio ipotizzare una permanenza alternata, in modo che nessuno sia costretto a versare assegni”.

 

INFANZIA NEGATA
Secondo i dati presentati dal Garante Nazionale per l’Infanzia, Vincenzo Spadafora, in Italia circa 2,5 milioni di minori vivono in condizioni di povertà. Il nostro è tra i Paesi Ocse quello con il tasso di povertà relativa più elevato fra i bambini: secondo l’Istat, sono 1 milione e 876 mila le persone di minore età che vivono in famiglie povere e 653 mila quelle che vivono in condizione di assoluta povertà.

LA GUIDA: DOVE AIUTARE ED ESSERE AIUTATI
“Dove mangiare, dormire, lavarsi” non è una guida per districarsi tra gli hotel a cinque stelle della città, ma un tascabile che indica dove poter trovare un pasto caldo, delle braccia accoglienti, un tetto sotto il quale poter dormire la notte. Ma anche dove poter dar calore, abbracciare e tendere una mano. La guida viene stampata dalla Comunità di Sant’Egidio per le città di Milan, Roma, Napoli, Genova, ma anche Madrid, Barcellona e Buenos Aires (Info:  HYPERLINK “http://www.santegidio.orghttp://www.santegidio.org).

QUANTO FATTO DALLA CARITAS DI ROMA NEL 2011

ASCOLTO
38 mila persone: le persone incontrate nei Centri di Ascolto Caritas (di questi 15.000 nei 200 Centri d’ascolto parrocchiali, 7.000 nel Centro di Ascolto per italiani alla Stazione Termini, 9.800 nel Centro di Ascolto Stranieri di Via delle Zoccolette e 5.600 ad Ostia, dove numerosi sono stati i cittadini rom.)
Tra le richieste, quelle più frequenti sono state aiuti alimentari e consigli/sostegno per la ricerca del lavoro. Tra gli stranieri (dove il 30% era presente in Italia in modo irregolare) numerosi hanno chiesto aiuto per il disbrigo di pratiche burocratiche (ricongiungimento familiare, contratti di lavoro, residenza, richiesta di protezione).

ACCOGLIENZA
Nei Centri di accoglienza sono stati offerti 170 mila pernottamenti per circa 2.500 persone.

MENSE
Erogati complessivamente circa 357 mila pasti nel 2011

SALUTE
Durante il 2011, sono stati oltre 1.800 i pazienti visitati per la prima volta presso il Poliambulatorio della Caritas alla stazione Termini e quasi 5.000 i pazienti totali. Il 19% dei nuovi pazienti sono senza dimora. I pazienti provengono da oltre 80 nazioni diverse (i più rappresentati: rumeni, cinesi, bengalesi, ucraine, bulgari.

EMPORIO DELLA SOLIDARIETA’
Le famiglie che hanno usufruito dell’emporio e alle quali è stata rilasciata la tessera nel corso del 2011 sono state 1.057, il 18% della quali ha riguardato famiglie con almeno un minore di 2 anni (tessera neonato, con particolari caratteristiche per l’accesso ai prodotti per l’infanzia).

IN RICORDO DI…
Modesta Valenti viveva alla Stazione Termini. Il 31 gennaio 1983 si è sentita male ed è morta senza soccorso: il personale dell’ambulanza, arrivato in tempo, si rifiutò di prenderla a bordo a causa della sua sporcizia. Da allora, il 31 gennaio è diventato il giorno di ricordo delle persone che sono morte per la strada. Su proposta della Comunità di Sant’Egidio, il Comune di Roma ha intestato a Modesta una via virtuale, via Modesta Valenti, per l’iscrizione anagrafica delle persone senza dimora.

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