Strage a Genova. Settantaquattrenne uccide due coinquilini e la moglie, poi si suicida

GENOVA – Non sono ancora chiari i motivi che hanno spinto Carlo Trabona, un muratore in pensione di 74 anni, originario di Vallelunga (Caltanissetta), a scatenare una strage, gettando il quartiere di Molassana nel panico.

Secondo le prime ricostruzioni, questa mattina, il pluriomicida e due compaesani, che abitavano nello stesso palazzo del Trabona, i fratelli Angelo e Loreto Cavarretta, si sono incontrati sotto i portici di un bar in via Piacenza ed hanno discusso. Secondo i testimoni oculari, il settantaquattrenne ha tirato fuori un revolver, che risulta rubato nel ’79, ed ha sparato alla testa di uno dei due fratelli, rivolgendo poi l’arma verso il secondo. La pistola si sarebbe inceppata e il sopravvissuto si è dato alla fuga , ma il Trabona è riuscito a raggiungerlo e gli ha sparato all’addome. Il ferito è stato trasportato all’ospedale dove è morto poco dopo in seguito alle ferite riportate
Il Trabona è poi tornato alla sua abitazione, ha bussato alla porta di casa del vicino avvertendolo di aver ucciso il padre, Angelo Cavarretta: “Ho ucciso tuo padre perché se la faceva con mia moglie”. avrebbe detto al figlio.
L’anziano è poi entrato in casa, ed ha ucciso con la stessa pistola la moglie, Antonina Scinta di 72 anni, sul ballatoio di casa, poi si è barricato all’interno dell’ abitazione. Agli agenti intervenuti sul posto, chiamati dal figlio dell’ucciso, ha chiesto di parlare con un funzionario di polizia per spiegare i motivi del gesto e dopo mezzora si è sparato alla tempia. L’uomo è ora agonizzante.

Il settantenne ed i due fratelli colpiti a colpi di pistola, essendo tutti originari di Vallelunga si conoscevano da molti anni e si frequentavano abitualmente. “Sono incredulo, erano tra loro persone molto legate, anche perché venivano dallo stesso paese. Facevano spesso passeggiate insieme. Trabona aveva un piccolo orto sulle alture di Molassana e mi portava la verdura fresca”. Questo è quanto riferito da  Claudio Pigella, un amico delle famiglie distrutte dalla pazzia omicida di Carlo Trabona. “Giocavano spesso a carte al circolo della Concordia. facevano interminabili partite -, ha continuato il Pigella – Nessuno poteva immaginare una cosa del genere”.
In effetti il Trabona non era proprio quello che si definisce una persona normale visto che, oltre ad un precedente per omicidio volontario risalente al 1962, aveva anche un precedente per associazione a delinquere, sempre risalente a quegli anni. Questo è quanto emerso nella conferenza stampa tenutasi in queste ore in questura.
Il pm Vittorio Ranieri Miniati che si sta occupando del caso è convinto inoltre che il Tarbona avesse problemi psichici che hanno innestato in lui un delirio di gelosia che ha scatenato la furia omicida. Ed è chiaro che è così, visto che è un po’ difficile che una donna di 72 anni possa avere un amante.
Un altro malato di mente che uccide si uccide per le ‘ragioni’ fantasticate nella sua mente. Questa è l’ennesima tragedia generata dalla malattia mentale che secondo la moderna psichiatria non esiste.

Gli ulteriori sviluppi ed approfondimenti a questo caso verranno pubblicati in seguito nella nostra rubrica Cronache dal sottosuolo.

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