Governo. Tutte le ipotesi in campo, decide Napolitano. I VIDEO

Non è da escludere l’invio di Bersani alle Camere

ROMA –  Dopo le consultazioni del Presidente della Repubblica la situazione politica rimane invariata. Il Capo dello Stato aveva auspicato quel cambiamento necessario capace di produrre una convergenza tra le forze politichee quindi dar vita ad un nuovo governo guidato da Pier Luigi Bersani. Ma questo non è stato possibile in questa delicatissima seconda fase. Il Movimento 5 Stelle è rimasto arroccato nella sua posizione intransigente, chiedendo  che siano gli stessi grillini a formare il nuovo Esecutivo.  Condizioni non accettabili quelle espresse dal M5S, che ora è visto dal PD  con un certo distacco, proprio per i troppi dinieghi ricevuti. Silvio Berlusconi, dal canto suo, ha incassato il no dai democratici su un ipotetico governissimo che è tronato a proporre. Anche Scelta Civica punta ad una grande coalizione, ma furbescamete sottolinea senza Berlusconi. Tuttavia, come ha riportato  Enrico Letta durante la conferenza stampa, “un governo sostenuto da forze tradizionali non risponderebbe alle istanze di cambiamento”.

“Abbiamo cercato il coinvolgimento di tutti, per fare una riforma della politica sulla base del clamoroso risultato elettorale”, ha aggiunto. “Il coinvolgimento di tutti dentro un percorso di riforme. Quello era il nuovo e per noi la convenzione costituente resta il nuovo. Oltretutto, le riforme costituzionali vanno fatte a maggioranza larga, diversamente dagli errori del passato. Abbiamo proposto un governo centrato su obiettivi, per avviare la legislatura, sapendo che le ampie contrapposizioni, sottolineate dal presidente Napolitano, rendono non idoneo un governissimo tra le forze tradizionali. Non si risponderebbe così alla istanza di cambiamento che il Paese chiede. I troppi no espressi qui a un governo istituzionale, a un governo del presidente, oltre ai no ascoltati durante le consultazioni, rischiano di negare che il cambiamento possa effettivamente avvenire, nelle istituzioni come nell’economia e nelle società. Allora abbiamo espresso fiducia e profonda gratitudine al presente, a cui non mancherà il nostro sostegno alle decisioni che prenderà”.  
Insomma si attende l’esito di  Giorgio Napolitano che nel frattempo – come ha informato il Quirinale – “si prende un momento di riflessione prima di decidere”.
Resta quindi aperta anche un’altra ipotesi, ovvero che Napolitano decida di inviare Pier Luigi Bersani direttamente alle Camere. Nulla, infatti, è escluso dalle decisioni del Presidente.

 

Le consultazioni di Napolitano

Consultazioni lampo per il Capo dello Stato, dopo la giornata di ieri in cui gli incontri del premier incaricato Pier Luigi Bersani, si sono rivelati “non risolutivi”. Il Presidente ha quindi deciso di ascoltare direttamente le formazioni politiche. Questa mattina è stata la volta del Pdl e Lega. “Non c’è stata nessuna discussione e nostra posizione che abbiamo avanzato al presidente della Repubblica per il Quirinale” ha detto Silvio Berlusconi (VIDEO). “Siamo disponibili a che il Pd avanzi una sua candidatura. Ci va bene Bersani come anche altre possibili candidature. La nostra posizione è soltanto quella che secondo noi esce dalle urne e si impone: un governo di larghe intese tra le forze responsabili e disponibili, ma un governo assolutamente politico vista anche l’esperienza direi tragica del governo dei tecnici. La politica è professionalità ed esperienza, oltre che buon senso”, aggiunto Berlusconi. “Riteniamo che sia nella logica delle cose che se si va ad un governo insieme poi insieme si debba discutere su chi possa essere il miglior presidente della Repubblica”. Roberto Maroni, dal canto suo, (VIDEO)  ha confermato invece la posizione della Lega, ovvero “di essere disponibili a un governo di coalizione che però sia politico e non tecnico. Siamo stati contro il governo Monti – ha precisato – figuratevi se adesso accettiamo un altro governo tecnico, meglio le elezioni. Vogliamo un governo che dia risposte al paese e per fare questo deve essere un governo politico. È la condizione che abbiamo esposto al presidente”.

Sulle ipotesi governissimo sollevate nuovamente da Berlusconi è intervenuto il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda (VIDEO): “Ho ascoltato le dichiarazioni del cavaliere. È vero che le riforme costituzionali si debbono fare
insieme. Ma mi sembra molto difficile ipotizzare un governo politico sostenuto insieme dal Pd e dal Pdl. Su troppe questioni rilevanti, la politica del Pdl è distante anni luce da quelle del Partito democratico.

M5S, vogliamo un governo 5 Stelle. Per ora niente nomi VIDEO

Anche l’incontro con il M5S ha sortito l’effetto desiderato. “Abbiamo ribadito che siamo disponibili a formare un governo a cinque stelle, abbiamo rilanciato al presidente Napolitano questa opportunità”, hanno detto Vito Crimi e Roberta Lombardi in conferenza stampa. “Un governo che possa avviare riforme importanti come il reddito di cittadinanza, rilanciare le piccole  e medie imprese e tagliare i coti della politica. Abbiamo ribadito che non daremo la  fiducia a governi politici o pseudo tecnici e che saremo disponibili a votare ogni singola legge che si accordi con il nostro programma» tra cui anticorruzione e conflitto di interessi«. Lo ha detto il capogruppo del M5S Vito Crimi dopo le consultazioni con Giorgio Napolitano, con il quale non si è fatto nessun nome: »Nel momento in cui avessimo l’incarico, nell’arco di brevissimo tempo forniremmo il nome del nostro candidato e tutto quello che serve, un programma già lo abbiamo«. Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera, ha aggiunto che »non conta il nome, ma il programma che ruota intorno ai nostri 20 punti«.

Vendola. Da Grillo solo insulti IL VIDEO

Pier Luigi Bersani deve poter «compiere fino in fondo il tragitto e portare davanti alle Camere il programma e la squadra. Per noi, al di fuori della personalità del capo della coalizione di centrosinistra che incarna l’audacia riformista, non vi è possibilità di risolvere l’intricata situazione della politica italiana». Lo ha detto Nichi Vendola dopo le consultazioni con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Secondo Vendola bisogna «tornare a parlare al Paese, alla grande attesa di cambiamento ed è difficile comprendere la ragione per cui chi ha oggi nelle proprie mani la possibilità di un futuro migliore si ostini a chiudere la prospettiva di un governo di cambiamento». Inoltre Vendola ha sottolineato: «Trovo interdetta qualunque possibilità di larghe intese. Il Pdl non è un alleato possibile”. Il leader di Sel ha riferito di aver detto al capo dello Stato che «la situazione più idonea a traghettare l’Italia fuori dall’avvitamento e dal pantano in cui si trova è conferire l’incarico a Bersani che ha incarnato con coraggio la necessità di dialogo con la domanda di cambiamento prorompente nel Paese ed espressa nelle urne». Il segretario di Sel, a chi gli chiedeva di un possibile governo con il Movimento 5 Stelle guidato da una figura diversa da Bersani, ha ricordato con amarezza che «da Grillo sono venuti prevalentemente insulti. Bersani è la più matura e più forte espressione di dialogo con M5S e se andasse via sarebbe un netto indebolimento di questo dialogo».

Pd. Letta, nessun governissimo IL VIDEO

Per il Pd un governo di larghe intese non è praticabile dopo «lo scontro tra le forze politiche degli anni scorsi» e ora i democratici sosterranno le «decisioni» che il capo dello Stato prenderà. Lo ha detto il vice-segretario Enrico Letta, dopo il colloquio al Quirinale: «Le aspre contrapposizioni e lo scontro tra le forze politiche che c’è stato negli anni scorsi rendono non idoneo un governissimo tra le forze politiche tradizionali». Il vice-segretario del Pd ha aggiunto: «Al presidente della Repubblica abbiamo espresso fiducia piena e profonda gratitudine, dicendo che non mancherà il nostro supporto responsabile alle decisioni che lui prenderà in queste ore. I troppi no ascoltati in questio giorni, ai quali aggiungo i no al governo istituzionale e del presidente, oltre ai no al progetto di Bersani, rischiano di negare la possibilità che il cambiamento possa effettivamente avvenire sia nelle istituzioni e nella politica sia nell’economia e società».

Le larghe intese non sono praticabili, un luogo dove tutti possono essere coinvolti è la «convenzione costituente» per la riforma istituzionala ed elettorale, ha precisato Letta: «Abbiamo come Pd deciso di partire in questa gestione della difficilissima crisi da un ascolto vero del risultato elettorale, un risultato dagli esiti clamorosi e che  ci ha portato a cercare un esito che non fosse tradizionale, non politicista o rinchiuso in vecchi schemi». «Ecco perché – ha aggiunto – abbiamo cercato il coinvolgimento di tutti attraverso la scelta di una convenzione costituente per fare la riforma della politica». Quella è la sede nella quale si potrà realizzare «il coinvolgimento di tutti dentro un percorso di riforme costituzionali a partire dalla nascita del senato delle regioni. Quello era ed è ancora il luogo nel quale deve avvenire questa legittimazione reciproca di tutte le forze politica».

 

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