Legge elettorale. la Cassazione boccia il Porcellum e passa atti a Consulta

ROMA – La Cassazione, con una ordinanza interlocutoria depositata nella giornata odierna, definisce  «rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale» sulla legge elettorale vigente, il cosiddetto Porcellum, «sollevata dall’avvocato Aldo Bozzi» per cui «dispone l’immediata trasmissione degli atti alla Corte costituzionale».

I ricorrenti, oltre all’avvocati milanese, sono in tutto 27.  In particolare, la Suprema corte avanza «dubbi» di costituzionalità sul meccanismo delle liste bloccate e chiede alla Consulta di esprimersi su «un voto che non consente all’elettore di esprimere alcuna preferenza».  L’altro punto critico della legge del 2005, messa a punto dal leghista Roberto Calderoli, è il premio di maggioranza definito «un meccanismo premiale che da un lato, incentivando il raggiungimento di accordi tra le liste al fine di accedere al premio, contraddice l’esigenza di assicurare governabilità e,  dall’altro, provoca una alterazione degli equilibri istituzionali, tenuto conto che la maggioranza beneficiaria del premio è in grado di eleggere gli organi di garanzia che restano in carica per un tempo più lungo della legislatura». Si pongono inoltre «dubbi di legittimità costituzionale», sottolineano i giudici di Piazza Cavour, «per la mancanza di una soglia minima di voti e/o seggi» necessari ad ottenere il premio e per «un meccanismo irrazionale che di fatto contraddice lo scopo che vuole perseguire» ossia «la governabilità».  

Questo perchè, continua la Cassazione nell’ordinanza, essendo «il premio diverso per ogni Regione, il risultato è una sommatoria casuale dei premi regionali che finiscono per elidersi tra loro e possono addirittura rovesciare il risultato ottenuto dalle liste e coalizioni su base nazionale».  E proprio sul premio di maggioranza, lo scorso 12 aprile, il presidente della Consulta, Franco Gallo, in occasione di una riunione straordinaria alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, aveva bacchettato il parlamento per non aver ascoltato gli inviti già rivolti a modificare il porcellum. La COrte, avevaq detto Gallo, «ha invano sollecitato
il legislatore a riconsiderare gli aspetti problematici della legge n. 270 del 2005 con particolare riguardo all’attribuzione di un premio di maggioranza senza che sia raggiunta una soglia minima di voti e/o seggi».

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