Processo Berlusconi. Scenari e indiscrezioni. Tutto è possibile

ROMA – E venne il giorno della difesa. Dopo le arringhe mattutine dei legali dei cosiddetti imputati “minori” (non poi tanto minori, trattandosi di Daniele Lorenzano, ex manager Mediaset, difeso dall’avvocato Luca Mucci e condannato in Appello a tre anni e otto mesi e cinque di interdizione, Frank Agrama, il noto uomo d’affari egiziano, mediatore per quel che riguarda i diritti cinematografici americani, difeso dall’avvocato Roberto Pisano e condannato in Appello a tre anni, e Gabriella Galetto, ex dipendente Mediaset, difesa dal professor Nicola Mazzacuva e Filippo Dinacci e condannata in Appello a un anno e due mesi, oggi pomeriggio è la volta di Silvio Berlusconi e dei suoi legali, il professor Coppi e l’ormai “celebre” Niccolò Ghedini.

Per quanto stamane l’avvocato Coppi,“tutta la sentenza d’appello –afferma- muove da un pregiudizio”abbia annunciato che chiederà l’assoluzione con formula piena, comincia a farsi strada un’ipotesi diversa, ugualmente pesante per il Cavaliere ma assai meno rispetto ai quattro anni di reclusione e cinque di interdizione dai pubblici uffici ricevuti in Appello. Tante le indiscrezioni  che sono circolate per tutta la giornata. Più che indiscrezioni si tratta  delle possibili soluzioni , dalla conferma della condanna, all’annullamento, al rinvio. Tutto è possibile,dicono voci di corridoio. Niente di nuovo salvo le “ anticipazioni “ fornite da “il Fatto Quotidiano” secondo cui  la Cassazione potrebbe confermare la condanna a quattro anni di reclusione (di cui tre coperti dall’indulto varato nel 2006) e rinviare alla Corte d’Appello di Milano la rideterminazione della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici (ieri il procuratore generale Mura ha chiesto la riduzione da cinque a tre anni). Con ogni probabilità, in questo caso, Berlusconi non potrebbe confidare nella prescrizione perché la giurisprudenza asserisce che i termini di prescrizione si fermano nel momento in cui diventa definitiva la pena principale. Dal punto di vista politico, tuttavia, Berlusconi potrebbe comunque tirare un sospiro di sollievo perché le spinosissime questioni dell’interdizione e dell’eventuale decadenza da senatore sarebbero rinviate fino al pronunciamento della Corte d’Appello, con l’aggiunta dei tempi parlamentari, non lunghi ma nemmeno brevissimi, di convocazione della Giunta per le elezioni e del voto in Aula. Il cavaliere, comunque, ha già reso noto che, nel caso della interdizione, si ripresenterebbe candidato di Forza Italia nel 2016. Se poi venisse condonnato solo a due anni già nel 2015 sarebbe pronto al gran ritorno sulla scena elettorale.

L’avvocato Ghedini, nella sua arringa, ha definito questo processo il suo “incubo notturno”, aggiungendo che “gli ammortamenti non li ha decisi Berlusconi” e lamentandosi per la mancata “possibilità di difendersi all’interno del processo” e per il fatto che il princìpio giurisprudenziale secondo cui “Berlusconi non poteva non sapere” non sta in piedi, in quanto “a quell’epoca Berlusconi non gestiva l’azienda. La stessa Cassazione, nel 2008, dice che era l’azienda a decidere gli ammortamenti”. I media di tutto il mondo tengono le telecamere fisse sul Palazzaccio, in attesa della sentenza che, a quanto pare, dovrebbe arrivare    domani a mercati chiusi. Il Collegio dovrebbe rftornare a riuniesi verso mezzogiorno, avendo altre cause già gissate per le ore 10
Solo in quel momento saranno chiare le conseguenze collaterali su cui al momento si inseguono ipotesi e previsioni d’ogni genere: quali saranno le reazioni del PDL in caso di condanna, che fine farà il governo Letta ma soprattutto, ed è forse l’aspetto più importante, come si comporterà il PD e quali ripercussioni avrà questa sentenza su un gruppo dirigente diviso, alle prese sulle “regole” per il congresso  e su una base profondamente disorientata.

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