Concordia. Fiori in mare nella speranza di ritrovare i corpi di due dispersi

Si cerca un porto idoneo per le operazioni di smantellamento

ROMA – All’isola del Giglio proseguono i lavori per la messa in sicurezza della Costa Concordia, oramai in assetto verticale dopo il successo delle complicate operazioni negli ultimi giorni. I tecnici lavorano ininterrottamente per rendere stabile il relitto al 100%, in modo da far iniziare al più presto le ricerche dei corpi di Russel Rebello e Maria Grazia Trecarichi, gli ultimi  dispersi dopo l’ammaraggio del 13 gennaio 2012. Nella giornata di oggi i parenti delle due vittime si sono avvicinati al relitto su un gommone della Capitaneria di porto, per poter lasciar cadere in acqua dei fiori, nella speranza di  ritrovare al più presto i corpi dei propri cari  Elio Vincenzi il marito. Dice: “ Voglio riportare Maria Grazia nella sua terra qui, in Sicilia”.Era sulla nave per festeggiare ol compleanno. Era partita con Stefania ( la figlia ndr)  e il fidanzato , con una amica, Luisa. C’era una offerta per una crociera nel Mediterraneo e lei  amava tanto viaggiare. Spero che si possa ritrovare il suo corpo. Ci conto” Fiori in mare,i parenti dei morti sono tornati all’isola, hanno assistito alle fasi di questo recupero, un miracolo di tecnologia e lavoro. Ora la Concordia deve affrontare una nuova fase della sua disgraziata esistenza. 

Sarà la Vanguard,  una nave semi-sommergibile lunga 275 metri, larga 70 capace di trasportare fino a 110mila tonnellate, che trasporterà la Costa Concordia nel porto – ancora non si sa quale – e che gestirà lo smaltimento, e il relativo business di mezzo miliardo di euro, della nave naufragata al Giglio e appena rimessa in asse.

In attesa della primavera si apre la contesa fra i porti italiani

In attesa della primavera, si apre la contesa tra i porti italiani (e a quanto pare europei) per quanto riguarda la fase di completo smantellamento della nave. Un’operazione assai costosa, molto lunga e complessa ma senz’altro proficua per chi si assicurerà la guida delle operazioni. La Concordia, infatti, è composta da oltre settantamila tonnellate di acciaio, senza contare motori, componenti elettriche e componenti dell’arredamento interno, per una lunghezza di quasi trecento metri, insomma un vero business. Dunque si rende necessario individuare un porto ove le operazioni di smantellamento dello scafo possano compiersi nel modo più corretto in un bacino capace di accogliere l’intero relitto. Il problema sta proprio in questo fattore: i porti italiani non sono predisposti per adempiere ad un tale compito, nonostante le candidature di Piombino e Palermo. Di questo avviso è Fincantieri che in un recente studio, riproposto oggi dal Corriere della Sera, ha decretato “inadeguati” tutti i porti italiani. Secondo il dossier il porto di Palermo sarebbe impossibilitato a smaltire completamente la nave, potrebbe solamente accoglierla per un determinato periodo di tempo. 

 

La candidatura di Piombino sostenuta dal sindaco

Zero possibilità avrebbe anche Piombino in quanto occorrerebbe troppo tempo per organizzare un bacino capace di accogliere il relitto. Ma il sindaco ieri intervistato la pensa diversamente :Dovrebbero infatti iniziare i lavori di ampliamento del porto  già previsti da tempo mettendo in grado la struttura toscana di ospitare per lungo tempo la Concordia. Si parla addirittura di tre anni con più di quattrocento lavoratori da impiegare una boccata di ossigeno – dice il sindaco- in una situazione di crisi come quella che anche le attività portuali stanno vivendo.

Resta in attesa anche il porto di Civitavecchia ma alla fine la nave potrebbe anche essere trasportata  in un porto straniero. Intanto il ministro per le infrastrutture e i Trasporti, Maurizio Lupi, annuncia di aver  firmato, già due mesi fa, il decreto che sospende la patente marittima a Francesco Schettino, comandante della Concordia al momento del naufragio.

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