Repubblica e Renzi si sono sposati. Si sporca l’informazione per attaccare il Pd

ROMA – Si sono sposati Repubblica e  Matteo Renzi  L’attacco ormai giornaliero al Pd ha un chiaro obiettivo:presentare  il sindaco di Firenze come il salvatore del Pd e della patria. Ora per quanto ci riguarda sono affari del quotidiano diretto da Ezio Mauro.

E non saremo noi i difensori del Pd che di errori ne ha commessi molti. Se vuole può difendersi da solo. Quello che ci interessa è che un quotidiano che fa della libertà  e della autonoma dell’informazione il suo cavallo di battaglia,<basta leggere gli articoli sempre molto interessanti di Giovanni Valentini, si sporchi le mani, presenti ai suoi lettori una visione distorta della realtà politica del Paese. Facciamo due esempi: è in atto una campagna martellante per dimostrare che il voto dei congressi è stato una porcata.. L’obiettivo è quello di togliere valore al voto di più di trecentomila iscritti che, pare, <non abbiano straordinarie simpatie per Renzi, tanto che i segretari delle federazioni  provinciali sarebbero in maggioranza dei “cuperliani”.  

Titolo di apertura a tutta pagina : “ Caos Pd” riferito ai congressi

Nasce da qui la campagna di  Repubblica. Prendiamo l’apertura  del giornale di oggi,giovedì, titolone a tutta pagina: “ Caos Pd, stop al tesseramento”.   Sulla questione tesseramento si è pronunciato anche il segretario Guglielmo Epifani. Vi stata  anche una riunione della  segreteria.  Si è presa in considerazione la possibilità di interrompere il tesseramento per quanto riguarda i nuovi iscritti, in modo da tagliare la testa al toro. Allo stato infatti una regola voluta dai renziani consente di iscriversi al partito anche durante le votazioni. Questa regola, ne sanno niente i renziani che stavano nella commissione che ha deciso<lo svolgimento dei congressi, forse ne sanno molto, ha consentito che si verificassero dei casi   molto gravi di tesseramento inventato lì per lì, con iscritti fasulli, immigrati in primo luogo. Anche se si fosse trattato di un solo episodio il fatto sarebbe molto grave,  un segnale di un clima di decadenza,, di corruzione. Lo ha denunciato per primo  Gianni Cuperlo, candidato alla segretaria del partito ed ha chiesto che per quanto riguarda le iscrizioni venissero bloccate a conclusione del ciclo di congressi dei Circoli per  eleggere i loro organismi dirigenti e i segretari delle federazioni.  Per Repubblica è caos. 

Ignorate la valutazioni di Epifani:” congressi secondo le regole”.  

Per Epifani invece le elezioni si sono svolte “ secondo<le regole “ e “dove ciò non è avvenuto  ci saranno sanzioni”. Il responsabile dell’organizzazione , Zoggia; ha indicato quanti ed quali siano i congressi alla attenzione delle commissioni territoriali e di quella nazionale presieduta da Berlinguer che devono verificare la regolarità o meno dei congressi “incriminati”. Di questo ha parlato l’edizione on line di Repubblica, nella giornata di mercoledì. Le paroline “ secondo le regole”<pronunciate da Epifani  sono scomparse nella edizione su carta del giorno seguente. Se fossero state riportate sarebbe stato difficile titolare “ Caos Pd”.Insegnano nelle scuole di giornalismo che la completezza dell’informazione è sacra, è< il codice dei giornalisti. Basta così? No, non bastava. Allora che si fa?.Una bella intervista a Matteo Renzi e si titola: “ Che pasticcio con gli iscritti ,ero contro certe regole folli,ma ora voglio parlare all’Italia”. Ora è noto che lo statuto del Pd, che a noi pare scritto da folli, è alla base di un partito che rischia di diventare un comitato elettorale con ciò che ne consegue,  vedi tessere gonfiate, tessere fasulle. Se fosse stato cambiato forse si sarebbero evitati i “ brogli”, Ma non è stato proprio Renzi alla testa dei “ renziani”  è stato fra coloro che si è opposto ad ogni possibile e necessaria riscrittura dello statuto.Se Repubblica non lo sapeva poteva chiedergli lumi. Forse è chiedere troppo. Forse siamo sciocchi a credere ancora, nell’era dei talk show  alla favola dell’informazione che produce conoscenza, il<diritto ad informare dei giornalisti e  dei cittadini ad essere informati . Un vecchio  slogan,dimenticato da Repubblica, che a noi piace ancora.

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