La caccia al serial killer continua. Antigone, nel 2012 sono evasi 52 detenuti

ROMA – Continua la caccia a Bartolomeo Gagliano, il serial killer non rientrato nel carcere genovese di Marassi dopo un permesso. Sembra, tuttavia, che l’uomo di 55 anni, abbia lasciato una traccia in autostrada dopo essere fuggito a bordo di una Panda Van di colore verde rubata con la minaccia di una pistola al panettiere Maurizio Revelli.

L’inchiesta della Procura, coordinata dal pm Alberto Landolfi, per rintracciare il fuggiasco, parte proprio dalla testimonianza di Revelli che ha raccontato i drammatici momenti in cui gli è stata puntata la pistola. “Era un’arma semiautomatica – ha riferito – Non so dire se vera o falsa, ma sembrava vera”.

Gagliano ha obbligato il panettiere a raggiungere la casa della madre, dove ha preso tre borsoni con la propria roba. Aveva dunque premeditato la fuga: il permesso di cui stava godendo sarebbe durato soltanto due giorni. «Mi ha sempre tenuto sotto tiro – ha detto l’uomo – Poi siamo risaliti in auto e mi ha fatto andare a Genova in autostrada. Mi ha raccontato la sua vita, mi ha detto che ha fatto tanto carcere e che sarebbe dovuto rientrare». Gagliano ha cambiato idea solo all’ultimo, intimando al panettiere di scendere dalla Panda in via De Marini. «Mi ha detto di non chiamare la polizia per un pò – ha precisato il panettiere – così avrebbe avuto il tempo di scappare». Le indagini proseguono serrate. Tutte le forze di polizia sono allertate, su tutte le auto di pattuglia delle forze territoriali e sulle frontiere è presente una foto e una scheda di Gagliano, braccato ormai in una enorme caccia all’uomo. 

Il mostro di San Valentino

Bartolomeo Gagliano, serial killer è accusato di tre omicidi (due prostitute e un omosessuale). Ma non solo. L’uomo, infatti, ha alle spalle  una lista di altri reati, ed è stato più volte giudicato infermo mentalmente. A Genova lo conoscono come il “mostro di San Valentino” perché il 14 febbraio del 1989, proprio durante la festa degli innamorati, sparò contro un travestito e un cliente che erano appartati nel quartiere di Carignano. Ma la sua carriera criminale non si è conclusa qui: negli anni seguenti si susseguono rapine, stupri, estorsioni e aggressioni, oltre a detenzione di droga, armi ed esplosivi. Pochi mesi fa è stato protagonista di un episodio di autolesionismo: si è tagliato con una lametta la vena del braccio rischiando di morire dissanguato. Fu salvato dall’intervento della polizia penitenziaria.

“Noi non sapevamo che aveva quei precedenti penali da serial killer. Abbiamo valutato Gagliano in base al fascicolo di reato per cui era detenuto, che risale al 2006 e lo indica come rapinatore ” ha detto il direttore del carcere di Marassi a Genova, Salvatore Mazzeo.

La procura di Genova ha aperto un fascicolo a carico di Gagliano, ipotizzando i reati di sequestro di persona, rapina, porto abusivo di arma da fuoco e evasione. Gli inquirenti sono certi di una cosa: ha deciso di fuggire all’ultimo momento. Nelle ultime ore la sua condotta era stata “normale”, da programma: martedì si è recato al dipartimento di Salute mentale, dove è in cura, e poi è andato a trovare la madre.

«Si tratta di un episodio gravissimo –  afferma il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri – che richiede un accertamento molto rigoroso. Inutile negare che questo rischia di essere un duro colpo a quanto stiamo facendo per rendere il carcere un luogo più civile e in grado di assolvere alla propria funzione rieducativa. Faremo chiarezza e individueremo eventuali responsabilità. Fatti di questo genere non possono e non devono accadere»

Domani Cancellieri riferirà i particolari in Parlamento

«Domani risponderà il ministro Cancellieri in aula e dirà nei dettagli tutto ciò che c’è da dire»: così il ministro dell’Interno Angelino Alfano, a margine del summit Ppe in programma a Bruxelles, ha risposto a una domanda su Bartolomeo Gagliano, il carcerato di 55 anni evaso a Genova martedì mattina durante un permesso in cui si era recato a trovare la madre a Savona.  

La fuga di Gagliano, pluriomicida, ha scosso l’opinione pubblica. Ma questa fuga non è l’unica, come ha spiegato è il presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella, il quale ha presentato questa mattina alla stampa il decimo Rapporto nazionale sulle condizioni di detenzione realizzato dall’associazione.  Nel 2012, infatti,  ci sono stati 52 detenuti che sono evasi dal carcere approfittando del permesso premio.  Gonnella ha  sottolineato che queste 52 evasioni sono molto poche rispetto al numero di permessi che sono stati concessi l’anno scorso, ossia 25.200. “Abbiamo quindi lo 0,2 per cento di casi di evasione con i permessi premio», ha detto, aggiungendo: «non c’è motivo di creare allarmismo, ma certamente nelle carceri non si conoscono le biografie dei detenuti, ormai è tutta burocrazia». 

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