Italia sempre più giù. E anche l’Eurozona scricchiola

 

ROMA – I numeri sanno essere feroci. Ed il nostro Paese si è trovato oggi in mezzo ad una pioggia di numeri e dati, tutti negativi. L’Istat ha infatti diffuso oggi i dati relativi al conto economico trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, da cui emerge una forte preoccupazione sull’andamento del rapporto deficit/pil, ed i dati sul reddito e risparmio delle famiglie da cui emerge ancora una volta il progressivo impoverimento del paese.

Anche la Commissione europea ha rilasciato oggi uno studio che prevede un futuro negativo per l’Eurozona con standard di vita che potrebbero crollare entro il 2023 al 60% rispetto a quelli Usa.

Istat. Conto economico trimestrale preoccupante

 

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Nel terzo trimestre 2013 l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche, ovvero la differenza tra le entrate e le uscite del conto economico delle Amministrazioni pubbliche, in rapporto al Pil  è stato pari al 3,0%. Il risultato già preoccupante in se diviene allarmante dal confronto col 2012, quando aveva fatto segnare ‘appena’ l’1,4 per cento.

Altrettanto preoccupante è l’andamento del saldo primario, ovvero al netto degli interessi passivi. Pur restando positivo scende infatti in maniera consistente a 6.905 milioni di euro dai  13.123 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2012. Nei primi nove mesi del 2013 si è registrato un avanzo primario pari all’1,4% del Pil era invece all’1,9% nello stesso periodo del 2012.. 

 

 

 

Ancora in calo il potere d’acquisto delle famiglie

 

 

Secondo l‘Istat il potere di acquisto delle famiglie nel terzo trimestre del 2013 è diminuito dello 0,8% rispetto al terzo trimestre del 2012. Nei primi nove mesi del 2013, nei confronti dello stesso periodo del 2012, il potere d’acquisto ha invece registrato una flessione dell’1,5%.

In lieve rialzo la propensione al risparmio delle famiglie, al 9,8%, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,1 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2012.

In ribasso la spesa delle famiglie per consumi finali che è diminuita dello 0,7% rispetto al corrispondente periodo del 2012.

 

 

 . In Eurozona standard di vita si allontana da Usa

 

 

Secondo una elaborazione presentata dagli economisti della Commissione europea nel Bollettino trimestrale pubblicato oggi se non verranno adottati interventi che migliorino il potenziale di crescita, entro il 2023 gli standard di vita nell’Eurozona in rapporto a quelli negli Usa saranno peggiori bassi di quanto fossero a metà degli anni ’60. In particolare gli standard di vita, intesi come standard economici e frutto del pil procapite potenziale, sarebbero circa il  60% del livello americano nel 2023. Tale divario sarebbe dovuto per due terzi alla minore bassa produttività del lavoro, il resto a differenze nelle ore lavorate per lavoratore e nel tasso di occupazione.

Nomisma.  Deteriorate le condizioni di vita

 

 

Sergio De Nardis, capo economista Nomisma, commentando i dati Istat sulla propensione delle famiglie al risparmio trova degli spunti ottimistici nella stabilizzazione del dato dopo sei anni di caduta quasi ininterrotta, ma “Il dato alimenta però anche motivi di preoccupazione perchè evidenzia il deterioramento strutturale delle condizioni di vita generato dal periodo di recessione. In termine pro capite, il potere d’acquisto delle famiglie italiane è arretrato di 25 anni. Ciò è complementare al significativo aumento della povertà negli ultimi anni”.

Federconsumatori lancia l’allarme

 

 

Anche per le associazioni dei consumatori “I segnali provenienti dai dati odierni dell’Istat sul potere di acquisto e della Confcommercio sui consumi confermano chiaramente la situazione di profonda crisi che l’intero Paese sta vivendo”. E’ quanto affermano in una nota Federconsumatori e Adusbef.

E l’allarme continua “L’ulteriore frenata del potere di acquisto delle famiglie, infatti porta tale dato a raggiungere un livello record: dal 2008 ad oggi, secondo i dati aggiornati dell’O.N.F. (Osservatorio Nazionale Federconsumatori), la capacità di acquisto delle famiglie è diminuita del -13,4%”.

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