Giappone. Rischio catastrofe nucleare. Fusi due reattori a Fukushima

TOKIO – Le barre di combustibile all’interno del reattore numero 2 della centrale di Fukushima adesso non sono più coperte dall’acqua. Questo significa che diventa impossibile raffreddare il nocciolo del reattore: quest’ultimo continua ad accumulare calore e il rischio che il nocciolo si fonda diventa concreto. Dopo i problemi di raffreddamento riscontrati nei reattori 1 e 3 della centrale di Fukushima, adesso è molto seria anche la situazione nel reattore numero 2. Erano questi i tre reattori della centrale attivi al momento del terremoto. In tutti i tre i reattori si è verificato un guasto al sistema di emergenza che garantisce il raffreddamento del nocciolo. In qualsiasi centrale nucleare a fissione, infatti, anche dopo lo spegnimento il processo di decadimento dei prodotti della fissione prosegue e con esso continua ad essere prodotto calore. Questa reazione continua ad avvenire all’interno delle barre che contengono il combustibile: sono tubi di acciaio dal diametro di un centimetro e lunghi quattro metri, nelle quali il combustibile nucleare si trova in forma di pastiglie. Un accumulo eccessivo di calore può provocarne la rottura, in seguito la fusione del combustibile e, con essa, la liberazione nell’ambiente di isotopi radioattivi.

Rischio fusione come Three Mile Island

Le barre di combustibile sono rimaste scoperte, ossia non interamente sommerse dall’acqua di raffreddamento, in tutti e tre i reattori della centrale di Fukushima 1 che erano attivi al momento del terremoto di venerdì scorso. Lo ha reso noto la stessa società che gestisce l’impianto, la Tepco, ma secondo esperti di sicurezza nucleare le due esplosioni di idrogeno che hanno interessato due reattori della centrale (il numero 1 e il numero 3) inducono a ritenere che anche in essi le barre di combustibile siano rimaste scoperte per un periodo sufficientemente prolungato da innescare la reazione metallo-acqua, con conseguente produzione di idrogeno.

Nei reattori nucleari deve essere costantemente assicurata la presenza di un livello d’acqua sufficiente a coprire interamente gli elementi di combustibile. In caso contrario, il calore di decadimento che si genera nel combustibile può causare la produzione di idrogeno, il danneggiamento delle barre, con la conseguente fuoriuscita di isotopi radioattivi nell’acqua di raffreddamento, e la fusione del combustibile. La Tepco e l’Autorità giapponese per la sicurezza nucleare e industriale (Nisa) hanno dichiarato che il livello dell’acqua nei tre reattori è inferiore alla norma, ma al momento tale da assicurare le condizioni di sicurezza. Non sono comunque stati forniti dati numerici al riguardo.

Ministro dell’Ambiente francese: “Situazione gravissima”

La situazione nelle centrali nucleari colpite dal sisma in Giappone «è molto grave» e «il rischio di una grande catastrofe non può essere scartata»: è l’allarme lanciato dal ministro dell’Ambiente francese, Nathalie Kosciusko-Morizet, da Bruxelles, dove è in corso il Consiglio dei ministri dell’Ambiente della Ue. L’incidente è molto grave – ha spiegato il ministro francese – perché, secondo le nostre informazioni, è stato rilasciato del vapore radioattivo. Quello che bisogna evitare è che siano danneggiate le strutture di contenimento dei reattori colpiti. Se questo succederà, vorrà dire che a cedere sarà il cuore del reattore, e si entrerebbe in uno scenario da catastrofe».

L’ Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare ha escluso oggi un incidente tipo quello di Cernobyl nella centrale nucleare di Fukushima. «Non c’è assolutamente alcuna possibilità di una Cernobyl», ha affermato il ministro di Stato Koichiro Genba riferendo ai membri del partito di governo l’opinione dell’Agenzia. Tre reattori della centrale di Fukushima, 240 chilometri a nord di Tokyo, sono stati danneggiati dal terremoto di venerdì scorso.

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