Nucleare. La Merkel annuncia un passo indietro, il berlusconismo fa finta di niente

I giornali della destra, con “Il Tempo” in testa, accusano la sinistra di strumentalizzare la tragedia di Fukushima. Ma sono loro, come sempre, ad appoggiare una scelta dettata dalla lobby nucleare che le cancellerie europee stanno ripensando

ROMA – La Germania si dice pronta a rinunciare definitivamente e forse in anticipo all’energia nucleare entro il 2035. Per questo ha convocato una conferenza stampa alle 16 di questo pomeriggio durante la quale spiegherà che il terribile incidente di Fukushima deve imporre al Paese un profondo ripensamento sull’utilizzazione di centrali nucleari che si sono dimostrate non affidabili, anche se in conseguenza di avvenimenti disastrosi come il terremoto giapponese.

In tutto il mondo e soprattutto in Europa – dove è in corso un vertice dei ministri dell’Ambiente – il dibattito sull’uso del nucleare è in pieno corso e non sono poche le cancellerie che dimostrano scetticismo sul suo perdurante utilizzo o, perlomeno, mostrano dubbi sulla “sicurezza” a tutto tondo di questo tipo di energia.

In Italia, al contrario, i tre quotidiani della destra berlusconiana, “Libero”, “Il Giornale” e “Il Tempo” hanno subito preso la palla al balzo e con la loro tradizionale capacità di rovesciare le verità, hanno accusato la sinistra di “strumentalizzare” il disastro giapponese per imporre un dibattito ideologico sulla sicurezza delle centrali nucleari. In questa opera poco meritoria – anzi, diremmo infamante – si è distinto il giornale romano “Il Tempo”, diretto da Mario Sechi, che ieri ha sparato un titolo surreale: “Le balle atomiche”. Il suo non certo glorioso editoriale metteva in guardia i suoi lettori dalle “balle” che la sinistra stava tirando fuori per cercare di diffamare il berlusconismo nucleare. La realtà, secondo il direttore de “Il Tempo”, è che le centrali nucleari che il governo di destra intende costruire in Italia saranno sicurissime e a prova di qualsiasi evento sismico.

A nemmeno 24 ore di tempo, è arrivata la risposta di Angela Merkel, che forse risulta essere un tantino più autorevole di Mario Sechi e del suo quotidiano, a dimostrazione di come l’incidente di Fukushima imponga ai leader politici (e dovrebbe imporlo anche ai giornalisti onesti) un minimo di ragionamento e di dubbi sui programmi nucleari.

Sono perlomeno 30 anni che i nuclearisti alla Chicco Testa (che fu l’artefice della vittoria del referendum contro il nucleare del 1987 prima che il suo cervello fosse risucchiato dai reattori e dalla fissione dell’atomo) ripetono che il dibattito su questa fonte di energia non deve essere influenzato da quei pochi incidenti atomici che sono occorsi nel mondo. E che d’altra parte, pur volendo riconoscere che qualche rischio si corre, esso è infinitamente inferiore a quello che deriverà alle nostre economie dall’esaurimento dei pozzi petroliferi e dalla mancanza di combustibile. Nonostante i risultati vittoriosi degli antinuclearisti nel 1987 e nonostante gli incidenti di Chernobyl e di Three Mile Island, hanno continuato a ribadire che il nucleare sarebbe l’energia più sicura, l’unica in grado di alleggerire la nostra dipendenza dai Paesi arabi. E più la realtà si dimostra precisa come un timer esplosivo nel ridicolizzare le loro dichiarazioni (Chernobyl spezzò sul nascere la campagna nuclearista per il referendum del 1987, Fukushima finirà per polverizzare la insensata scelta dei gerarchi di Berlusconi) e maggiore risulta il loro livore nel cercare disperatamente di dimostrare la validità esclusiva dell’atomo. Molti di questi “divulgatori” appartengono alla lobby nuclearista, sono persone stipendiate o appoggiate in vari modi dalle grandi industrie francesi che hanno stipulato con l’Enel l’accordo che porterà alla costruzione delle nuove centrali. Nello stesso tempo, l’attuale governo, con il decreto Romani, ha abrogato le misure incentivanti per il fotovoltaico e le altre energie alternative, proprio nel momento in cui la Germania annuncia di voler incrementare con ricchi investimenti questi settori.

Il berlusconismo nucleare, con i suoi giornali da operetta, ancora una volta imbocca la strada contraria all’innovazione, stimolato come sempre da un’ideologia dell’interesse economico al cui fondo c’è il baratro di Fukushima.

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