Il Parlamento Ue Boccia il rigore e la “troika”lo invoca. Renzi fa entrambe le cose

ROMA – Da una parte il Parlamento europeo boccia la politica rigorista della troika, dall’altra la BCE boccia il mancato calo del deficit nel nostro Paese, in mezzo il nostro premier che dà un colpo al cerchio ed uno alla botte promettendo di rispettare gli impegni presi, di tagliare le tasse e di mettere a posto i conti ma non per l’Europa ma per i nostri figli.

Ma due le Europe che si fronteggiano in questo momento sono da una parte quella tecnocrate interpretata da Draghi che vorrebbe più rigore, bilanci inattaccabili e meno Stato possibile, e dall’altre l’Europa che cammina a grandi passi verso le elezioni europee ed entra in campagna elettorale, e lo fa proprio sposando quel sentimento anti europeo

 

 Rigorismo senza cuore e senza cervello

Forti critiche all’azione della Troika Ue-Bce -Fmi nella gestione della crisi sono arrivate dal Parlamento Ue.  Il parlamento ha infatti approvato a larga maggioranza nella seduta plenaria due documenti in cui si afferma che le ricette della Troika hanno aumentato povertà e disoccupazione. Una condanna dura al rigorismo senza cuore e senza cervello degli ultimi anni.  Il Parlamento europeo auspica la nascita di un Fondo Monetario Europeo in cui confluiscano le risorse del fondo salvastati Esm. Per gli Eurodeputati La “Troika” ha aiutato quattro paesi dell’Ue e ha impedito che si aggravasse la crisi ma struttura e i metodi di lavoro ostacolano “l’appartenenza” nazionale e compromettono la trasparenza e la responsabilità. Forti critiche anche relativamente agli impatti negativi delle riforme ispirate dalla Troika sull’occupazione. Le risoluzioni sono state adottate oggi.

 

Bce. Monito all’Italia per i mancati progressi sul deficit

Per l’europa tecnocratica invece il rigore non è ancora abbastanza. Per la BCE infatti l’Italia non ha compiuto “progressi tangibili” per consolidare la tendenza al ribasso del deficit, venendo così meno alle raccomandazioni della Commissione Europeo. Gli uomini di Draghi lo affermano nel bollettino mensile ed invitano il paese a non uscire dai paletti del Patto di stabilità. 

Ricorda infatti la Bce che “La raccomandazione della Commissione del novembre 2013 indicava la necessità di ulteriori misure di risanamento per assicurare l’osservanza del Patto di stabilità e crescita” ovvero per  un bilancio strutturale in pareggio nel 2014 e assicurare progressi sufficienti verso il rispetto del criterio per il debito durante la fase di transizione, mentre al momento  “non sono stati compiuti progressi tangibili per quanto riguarda la raccomandazione della Commissione”.  Per Francoforte è importante soprattutto mettere il rapporto debito/pil su un percorso discendente.

 

Commissione UE. Bene gli annunci, ora i fatti

 Si mostra cauta sul futuro del nostro Governo anche la Commissione Europea, che “accoglie con favore” le misure annunciate da Roma ma si riserva di effettuare una  valutazione più completa quando avrà maggiori dettagli sulle riforme “nelle prossime settimane”.  Intanto il portavoce del vicepresidente Olli Rehn ha fatto “appello al governo italiano perchè rispetti gli impegni del patto di stabilità e crescita”.  Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia, , ha assicurato che le coperture ci sono. Le risorse arriverebbero dal differenziale dell’indebitamento, dal calo dello spread, dalle entrate sull’Iva e dalla spending review. 

 

Renzi lancia la campagna elettorale per le europee

Un cerchiobottista di altissimo lignaggio il premier Renzi che promette di rispettare gli impegni in termini di bilancio pubblico ma “L’Italia vuole tenere i conti in ordine non perché lo chiedono i vostri capi di stato o di governo ma perchè lo chiede la nostra dignità verso i nostri figli.”  Contemporaneamente chiede di allentare la sorveglianza sui nostri conti: – “Usciamo dal derby: ‘ce lo chiede l’Europa, non ce lo chiede l’Europa’. Noi vogliamo tenere in ordine i conti non perché ce lo chiede l’Europa ma per i nostri figli, per dovere civile verso i nostri cittadini”.

 

 

Vendola. Liberare la UE dal patto di stabilità

Il leader di Sel Nichi Vendola ha definito i vincoli del patto di stabilita’ “sono cappio al collo che ha strozzato l’economia di una parte d’Europa e delle nostre regioni: andrebbero ridiscussi”. Vendola ha poi dichiarato” Bisognerebbe liberare la Ue da questa setta pseudo-religiosa di tecnocrati che teorizza l’astinenza dalla vita per superare la crisi economica” ed ha quindi concluso dichiarandosi d’accordo con le scelte in materia fiscale annunciate da Renzi.

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