Un venerdì sui Colli per Matteo Renzi

Il Premier prima al Quirinale per tranquillizzare Napolitano e poi in Vaticano da Papa Francesco per una necessaria benedizione

 

ROMA – Prima di recarsi in visita privata da Papa Francesco, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è salito sul Colle più alto della Politica nazionale dove ha incontrato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Evidenti le motivazioni di questo incontro, il Premier-Segretario, è infatti stretto in una tenaglia politico-economica da brividi. Da un lato far quadrare i conti sulla promessa fatta a dieci milioni di italiani, che a fine mese vorranno trovare in busta paga 80 euro netti, dall’altra tranquillizzare il Capo dello Stato sul quadro generale delle riforme. Ma ieri Renzi non si è fatto mancare il lavoro  ed approfittando della seduta del Consiglio dei ministri ha dato un colpo durissimo, per altro annunciato e messo in conto, alle spese per la nostra diplomazia. Si tratta di interventi di contenimento della spesa che tengono conto dell’attuale situazioine delle finanze pubbliche, che non possono più permettersi le spese che in passato passavano con leggerezza nelle pieghe del bilancio dello Stato. Ma quello di ieri è stato un Consiglio dei ministri che ha lavorato anche su misure di sviluppo, tra queste, come si legge nella nota diffusa da palazzo Chigi, “finalizzate a promuovere l’efficienza energetica secondo gli obiettivi posti dall’Unione europea di una riduzione dei consumi di energia primaria del 20% entro il 2020”. Si tratta di “interventi annuali di riqualificazione energetica sugli immobili della Pa; la previsione dell’obbligo per le grandi imprese e le imprese energivore di eseguire diagnosi di efficienza energetica; l’istituzione di un Fondo nazionale per l’efficienza energetica per la concessione di garanzie o l’erogazione di finanziamenti, al fine di favorire interventi di riqualificazione energetica della Pa, l’efficienza energetica negli edifici residenziali e popolari e la riduzione dei consumi di energia nell’industria e nei servizi”. Inoltre sono state date rassicurazioni anche al mondo dell’Istruzione, visto che il Cdm ha deliberato “assunzioni a tempo indeterminato di personale Ata: 5.336 e 3.730 unità rispettivamente per gli anni scolastici 2012/2013 e 2013/2014; e di 4.447 unità di personale docente da destinare al sostegno di alunni con disabilità per l’anno scolastico 2013/2014, oltre a 43 assistenti amministrativi, 19 coadiutori, 2 direttori ed 1 collaboratore per le esigenze delle Istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica”. Ma se Renzi, diviso tra Palazzo Chigi, Quirinale e Vaticano, ha evitato, almeno nella giornata che anticipa il fine settimana, qualsiasi polemica, ci ha pensato al suo posto il ministro Maria Elena Boschi che sul tema delle riforme è passata all’attacco dei cosiddetti professori. Sul punto la Boschi è stata caustica: “Io temo che in questi trent’anni le continue prese di posizione dei Professori abbiano bloccato un processo di riforma oggi non più rinviabile per il Paese. La Boschi ha poi sottolineato come siano legittimi i dubbi di Stefano Rodotà, promotore con Gustavo Zagrebellsky dell’appello contro le riforme di Matteo Renzi, ma anche l’esistenza di costituzionalisti a favore del progetto del governo. “Certo – ha poi aggiunto la Boschi  – ci possono essere posizioni diverse che sono legittime: in particolare trovo legittimo che Rodotà abbia profondamente cambiato idea, perchè ricordo che nell’85 fu il secondo firmatario di una proposta di legge che voleva abolire il Senato. Ma dico che ci sono altrettanti costituzionalisti validi che invece – ha conlcuso- sostengono il nostro progetto”. Ma quello che dovrebbe preoccupare, oltre che la ministra Boschi, soprattutto il Premier, Renzi, è la posizione definita e durissima di Renato Brunetta, che non ha perso l’occasione per assestare un nuovo colpo all’Esecutivo. Partecipando alla trasmissione su Radio 24-Mix 24 ha definito con chiarezza la possibile posizione di Forza Italia:

“C’è un grande problema. Non ci fidiamo più di Renzi, perché non sta mantenendo gli impegni. E’ un imbroglio, come l’imbroglio delle province di ieri. Non si cancellano le province, le province rimangono, i costi rimangono, si aumenta di 20 mila il numero dei consiglieri comunali e degli assessori, a fronte di un’eliminazione di 3 mila consiglieri provinciali, presidenti di provincia eccetera. E’ un vero imbroglio. La frase ‘si va avanti, tutto bene’ di Berlusconi è datata penso a venti giorni fa. Perchè la legge elettorale alla Camera è stata approvata, con modifiche, e attualmente è strabloccata al Senato”. Va detto che la posizione di Brunetta si fa sempre più strada tra gli Azzurri, al punto che, si temono derive più che radicali, se i magistrati che dovranno decidere su Berlusconi, dovessero scegliere la strada, per l’ex Premier, degli arresti domiciliari. Questo renderebbe praticamente azzerata la campagna elettorale per le Europee, con il rischio di un tracollo a tutto vantaggio dei 5 Stelle, che, secondo alcuni sondaggi, avrebbero già superato il partito del Cavaliere. Unito a questo c’è poi da tener conto della posizione espressa da una ventina di senatori Democratici con la presentazione di una Pdl altenativa a quella del Governo. Se i numeri sono numeri, bene ha fatto Renzi a recarsi in Vaticano, forse una benedizione del Pontefice è stata più che mai necessaria.

Condividi sui social

Articoli correlati