Dopo Schultz, Berlusconi contro Napolitano “Aveva il dovere morale di graziarmi”

 

ROMA – E’ un fiume in piena, Silvio Berlusconi. L’ex Cavaliere coglie al volo ormai tutte le opportunità televisive, pur di riuscire a far scavallare al suo partito l’asticella del 20% alle prossime europee.

E con le sue partecipazioni ai talk show, le sue dichiarazioni ai limiti, tra queste quella ancora una volta sul socialdemocratico tedesco  Schulz, l’ex Cavaliere riesce ad esser mediaticamente protagonista, ma al tempo stesso scatena un effetto centrifugo sulla politica nazionale. Le sue esternazioni sui campi di concentramento, oltre a provocare, ancora una volta l’immediata presa di posizione dei socialdemocratici tedeschi, nella giornata odierna fa registrare anche le durissime note di Jean-Claude Juncker e Angela Merkel. Silvio Berlusconi “ritiri immediatamente le sue dichiarazioni sulla Germania e si scusi con i sopravvissuti dell’Olocausto e con i cittadini tedeschi”, puntualizza in una nota Juncker, ex premier lussemburghese e candidato del Ppe alla presidenza della Commissione europea. Altrettanto piccata la presa di posizione della Cancelliera Angela Merkel: “Affermazioni talmente assurde che il governo tedesco non le commenta”, riferisce il portavoce del cancelliere tedesco, Steffen Seibert, rispondendo ad una domanda in conferenza stampa a Berlino. “Con l’Italia abbiamo un rapporto stretto e di amicizia”, si limita poi a sottolineare Seibert. Ma non contento di quanto provocato in Europa, Berlusconi passa dalla Germania al Quirinale e spara ad alzo zero contro il Presidente della Repubblica: “Avevo chiesto a Napolitano la grazia, senza presentare alcun atto formale richiesta, avevo detto che aveva il dovere morale di assegnarmi la grazia motu proprio”. Berlusconi, per le sue esternazioni ha sfruttato lo studio di ‘Piazza Pultita’ a La7. Poi, come sempre le sue valutazioni sulle questioni giudiziarie che lo interessano in prima persona:E’ una sentenza (il riferimento è alla condanna che lo ha mandato ai servizi sociali ndr) non solo mostruosa, ma anche ridicola, vedrà come tutto questo fra non molto verrà a galla. Sono assolutamente sereno perché sono sicuro che questa cosa sarà un boomerang per chi l’ha voluto, E’ ridicolo pensare che si possa rieducarmi consegnandomi a dei servizi sociali e a dei colloqui quindicinali con assistenti sociali.

E’ una cosa assolutamente piacevole che non rappresenta nessun sacrificio, probabilmente finirò per stare li tutto il giorno”.

Poi però non poteva mancare l’affondo: “L’affidare ai servizi sociali un signore che è stato per più tempo il responsabile del governo, unico cittadino al mondo che ha presieduto per tre volte e bene il g8, è una cosa ridicola non per me, ma per il Paese”. Infine una battuta su Renzi: “Io non lo considero davvero un avversario fino in fondo, Renzi lo avrei preso nel mio partito, potrebbe stare in Forza Italia perché, tra l’altro, non è comunista”.

Riforme istituzionali, il Pd cerca la quadra. Giornata di vertici istituzionali, in attesa di definire un Ddl omnicomprensivo

Ed a proposito di Renzi e del Pd, che in queste ore stanno cercando di ricompattarsi e probabilmente ci riusciranno, c’è da dire che, in attesa dei passaggi parlamentari, sembrerebbe farsi strada l’ipotesi di una grande mediazione, per altro sdoganata dal Premier, sulla riforma istituzionale che riguarda il nuovo Senato delle Autonomie. Sul punto ci sarebbe l’ipotesi di arrivare ad un meccanismo di elezione dei senatori nell’ambito dei consigli regionali e più peso nel nuovo Senato alle Regioni rispetto ai Comuni. Di questo si è parlato in un vertice a Palazzo Chigi. Resterebbero fermi i principi del ddl del governo (no all’elezione dei senatori) si va verso modifiche, come la proporzionalità nella rappresentanza delle Regioni. Proprio per cercare di dare una svolta ad una riforma che rischia di finire in una palude, il Presidente del Consiglio ha incontrato il capogruppo Pd al senato Luigi Zanda e la presidente della commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama Anna Finocchiaro, presente, naturalmente anche il ministro Maria Elena Boschi. Tornado alla questione cruciale che è poi il punto critico delle tensioni nel Pd e tra una parte del Pd e l’alleato di Governo Ncd di Angelino Alfano, il compromesso potrebbe essere rappresentato da un emendamento che indichi nelle Regioni il punto di svolta, ovvero che potrebbe essere che i consiglieri regionali ad indicare quelli che, fra di loro, andranno a Palazzo Madama. In questo caso potrebbe essere salvata capra e cavoli , visto che l’eleggibilità sarebbe salvaguardata, e che non ci sarebbe nessun costo della politica aggiuntivo. Ma se questa potrebbe essere la scoperta istituzionale dell’anno, ci sarebbe da definire il percorso: se saranno, cioè, i consiglieri regionali, una volta eletti, a indicare i senatori o se lo faranno i partiti. Nel vertice si è anche affrontato il tema dei senatori di nomina presidenziale, da 21, questo è il numero che il Governo vorrebbe, si potrebbe passare ad almeno una quindicina in meno. Inoltre è stata avanzata anche l’ipotesi di studiare, nel dettaglio la reale proporzionalità nella rappresentanza, tenendo nel giusto conto dimensioni e popolazione delle Regioni.

 

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