L’ex Premier Letta verso la Commissione Ue

La situazione di stallo nella formazione del governo continentale, potrebbe favorire la corsa di un candidato italiano. Renzi: “Prima dobbiamo essere d’accordo sulle cose da fare e poi decidiamo su chi le fa”

ROMA- Dopo aver stupito nelle urne i suoi partner di Governo continentali, Renzi, nel corso della cena-vertice che si è tenuta a Bruxelles, non ha fatto ne accelerazioni ne tantomeno concessioni. In campo la partita che regolava la leadership del governo Ue e che doveva incoronare il Popolare Juncher e, in alternativa, il socialdemocratico Schultz. Probabilmente, alla fine della giostra, nessuno dei due avrà la corona sulla testa e dunque si studiano già le soluzioni alternative, in atto un tentativo di mediazione che dovrà portare ad una sorta di governo di unità continentale con personalità interne o di riferimento, sia del Ppe che del Pse. Sui nomi destinati a comporre la squadra dei Commissari molte le indiscrezioni, alcune da prendere in seria considerazione, altre frutto di varie fantasie. Tra queste spiccava quelle di Massimo D’Alema, che sembrava destinato alla poltrona di Commissario agli Affari Internazionali, per lui, però, la destinazione potrebbe essere molto più ambiziosa, ovvero quella di inviato per le Nazioni Unite sulla crisi libica, un ruolo di primo piano nello scacchiere mondiale ed per il quale D’Alema potrebbe dare la sua disponibilità. Ma visto, che oggi a Bruxelles c’è da registrare una situazione di pericoloso stallo, Renzi potrebbe giocare, visto i numeri che porta, anche la carta di Enrico Letta.

Se salteranno, come sembra, le trattative sui nomi di Juncher e Schultz come ‘premier’ europei, Renzi profittando della straordinaria vittoria incassata, potrebbe giocare al rialzo, contrastando tre dei più autorevoli candidati in corsa: il polacco Tusk ed il finlandese Katainen, o, ancora, l’irlandese Enda Kenny.  Nella partita, con speranze di vincerla, potrebbe essere inserito l’ex Premier Enrico Letta, che, visto il suo passato politico nella Dc, potrebbe ottenere disco verde, oltre che dai socialisti, anche dai Popolari. A complicare la corsa di Letta è solo la presenza di Draghi alla governance di Bce. La doppia cabina di regia, governo politico e governo economico, unita al semestre di Presidenza italiana dell’Unione, potrebbe rivelarsi indigesta per Berlino, Londra e Parigi. A questo punto Renzi avrebbe una sola chances a disposizione, puntare, per Letta, alla poltrona di Commissario agli Esteri o all’Agricoltura e su questo pochi avrebbero di che ridire, sempre che i due principali partiti continentali trovino un accordo. Sul punto e sul futuro dell’Unione Renzi è stato chiarissimo con i suoi colleghi capi di Stato e di Governo: “Se vogliamo salvare l’Europa, dobbiamo cambiare l’Europa per salvarla. Con questa forza vi dico che anche chi ha votato per noi ha chiesto di cambiare l’Europa”. Poi per essere ancora più convincente è ricorso alla lingua dei padri: il latino: “Nomina sunt consequentia rerum, dicevano gli antichi. Prima dobbiamo essere d’accordo su cosa fare. Poi decidiamo chi le fa. In Italia il nostro partito ha avuto 11 milioni di voti, il numero di voti più alto, il nostro Paese è stato quello con il maggiore affluenza in tutta l’Ue. Abbiamo sconfitto il populismo”.

Parole che sono più che un avvertimento sulle intenzioni del Governo italiano sul futuro prossimo della Ue.

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