ROMA – La Turchia ha autorizzato gli Stati Uniti ad utilizzare le sue basi militari contro i miliziani dello Stato Islamico (compresa la base di Incirlik, importante perchè vicina al confine siriano).
A renderlo noto Susan Rice, la principale consigliera per la sicurezza del presidente Usa, Barack Obama.
In realtà gli aerei Usa operano da tempo a Incirlik dove sono presenti 1500 uomini. Tuttavia finora i raid americani sono partiti soltanto dalle basi di Emirati Arabi, Kuwait e Qatar.
«È un nuovo impegno e lo apprezziamo molto» ha spiegato la Rice, parlando all’emittente Nbc. Secondo la Rice, le forze della coalizione potranno anche usare il territorio turco per addestrare i gruppi ribelli dell’opposizione siriana. Il segretario alla Difesa Usa, Chuck Hagel, aveva già anticipato la scorsa settimana che l’uso di queste basi militari era una delle richieste-chiave di Washington nella sua lotta contro l’Isis. I dettagli dell’accordo devono ancora essere definiti, ma un team di militari americani si recherà in Turchia proprio questa settimana per ultimare l’intesa.
L’appello di Ban Ki Moon
Il segretario generale ha invitato “tutte le parti” a impegnarsi per evitare un massacro di civili a Kobane, in Siria. “Ribadisco la mia profonda preoccupazione – ha detto Ban – per la situazione dentro e fuori la città: migliaia di vite sono a rischio per gli attacchi Isis, ha ribadito il segretario generale a margine della conferenza dei donatori per Gaza.
Bandiera Isis su obelisco San Pietro ma è solo una provocazione
L’ennesima provocazione dell’Isis, la bandiera nera che sventola sull’obelisco di piazza San Pietro. In realtà è solo un fotomontaggio sulla copertina della rivista ‘Dabiq’. A commento della foto la scritta: “Crociata fallita”, con evidente allusione ai raid della coalizione a guida Usa contro le milizie jihadiste.
Il nome della rivista Dabiq, di cui sono noti finora 4 numeri, evoca la regione che nel 1516 fu teatro della battaglia finale in cui gli Ottomani sconfissero i Mamelucchi, consolidando quello che nella storia si ricorda come l’ultimo califfato. Un nome dunque particolarmente simbolico.